Trastuzumab deruxtecan disponibile in Italia per i tumori al seno HER2+

Trastuzumab deruxtecan disponibile in Italia per i tumori al seno HER2+

  • di Redazione
  • 15 Settembre 2023
  • Italia ed estero

Da oggi in Italia potrà essere usato il trastuzumab deruxtecan per il tumore al seno HER2-positivo (HER2+). L'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha infatti approvato la rimborsabilità dell'anticorpo monoclonale nelle pazienti con carcinoma mammario HER2+ non resecabile o metastatico che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-HER2. Questa è una scelta importante in quanto consente di cambiare la pratica clinica nel trattamento in seconda linea di questo tipo di tumore al seno.

Ogni anno in Italia sono più di 55 mila le nuove diagnosi di tumore al seno. Circa un quinto dei tumori al seno metastatici presentano sulla superficie delle cellule il recettore HER2. Nei casi in cui è presente tale alterazione, è possibile utilizzare dei farmaci molto efficaci che sfruttano questa caratteristica per colpire selettivamente le cellule malate risparmiando così quelle sane. Ed è questo il caso degli anticorpi coniugati, farmaci composti da un anticorpo in grado di riconoscere il recettore a cui vengono coniugate molecole di chemioterapico in grado di bloccare la crescita del tumore. «Le terapie mirate, in particolare i farmaci anti HER2, hanno cambiato la storia del carcinoma della mammella metastatico, determinando in molti casi una lunga aspettativa di vita, molto più elevata rispetto al passato. Resta, però, un forte bisogno clinico di strumenti ancora più efficaci per il trattamento delle pazienti con carcinoma della mammella» spiega Saverio Cinieri, Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica).
 

. Allo scorso San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS), l'appuntamento più importante al mondo nella lotta al tumore del seno, sono stati presentati i dati dello studio DESTINY-Breast03 che ha evidenziato come la somministrazione di trastuzumab deruxtecan sia stata in grado di migliorare significativamente la sopravvivenza globale  e di ridurre la progressione della malattia rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1), uno dei farmaci più utilizzati sino ad oggi per questo tipo di neoplasia mammaria. 

«Si tratta di un risultato -spiega Giuseppe Curigliano, Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia di Milan- senza precedenti nella storia della patologia. La superiorità di trastuzumab deruxtecan è emersa anche in termini di qualità di vita, grazie al miglior controllo della malattia e dei sintomi. Abbiamo recentemente pubblicato i dati di qualità di vita dei pazienti inclusi nello studio DESTINY-Breast03. Nello studio, nonostante la maggiore durata del trattamento con trastuzumab deruxtecan, la qualità di vita correlata alla salute non è peggiorata. Trastuzumab deruxtecan è quindi in grado di ritardare il tempo al deterioramento della qualità della vita correlata alla salute e di ritardare il tempo alla prima ospedalizzazione rispetto a T-DM1. Insieme alla migliore efficacia e alla tossicità gestibile, questi risultati supportano il beneficio complessivo di trastuzumab deruxtecan».

«L’introduzione di trastuzumab deruxtecan nella pratica clinica quotidiana risponde a un’importante esigenza dei pazienti con malattia metastatica, cioè di disporre di una terapia con un’efficacia elevata, da somministrare per un lungo periodo, e con risultati mai visti finora –afferma Lucia Del Mastro, Professore Ordinario e Direttore Clinica di Oncologia Medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova-. Grazie all’approvazione della rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan da parte di AIFA, diventa ancora più concreta la possibilità di tenere sotto controllo a lungo termine la malattia metastatica. È importante che tutte le donne con tumore del seno metastatico siano curate all’interno delle Breast Unit, per garantire loro un approccio multidisciplinare e una migliore aspettativa di vita».