Oltre un milione di esami di screening in meno a causa della pandemia

Oltre un milione di esami di screening in meno a causa della pandemia

  • di Redazione
  • 7 Settembre 2020
  • Italia ed estero

Sono oltre un milione gli esami di screening non effettuati, per un potenziale incremento delle diagnosi di cancro che si avvicina alle cinquemila unità. Questi sono gli effetti del periodo di lockdown causati dal Covid-19 secondo la stima ricostruita dall’Osservatorio Nazionale Screening. Pur rientrando tra le prestazioni inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), con l’arrivo del Covid-19 gli screening oncologici, fondamentali per avere una diagnosi precoce e salvavita, non sono stati considerati procedure d’urgenza. A partire dall’8 marzo, tanti appuntamenti sono stati cancellati o rinviati a data da destinarsi, prima nelle Regioni del Nord e poi nel resto d’Italia.

I numeri a confronto

Confrontando il numero di esami effettuati tra gennaio e maggio del 2019 con gli stessi condotti nel 2020, gli esperti dell’Osservatorio Nazionale Screening hanno quantificato un saldo negativo di oltre 1.4 milioni di esami, senza i quali potrebbero essere sfuggite oltre 2.000 diagnosi di tumore al seno, quasi 1.700 alla cervice uterina e poco più di 600 cancri del colon-retto. Esiste un aspetto confortante, come spiega Saverio Cinieri, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che dirige l’unità di oncologia medica e la breast unit dell’ospedale Perrino di Brindisi: "Un ritardo di tre mesi può risultare ininfluente per l’esito delle terapie".  E’ però necessario che il recupero delle prestazioni avvenga in tempi brevi, "Altrimenti vi è il rischio di determinare importanti conseguenze per la salute collettiva", aggiunge lo specialista. La riduzione degli esami è stata in ogni caso superiore al 50%, lo screening che registra il dato più preoccupante è quello cervicale  (-55.8%), per un ritardo medio accumulato di quasi tre mesi. A seguire, il calo più significativo ha riguarda lo screening per il cancro del colon-retto (-54.9%). Per ciò che concerne il tumore più diffuso, quello al seno, lo screening mammografico, la riduzione complessiva è stata del 53.8 per cento (con ritardi oscillanti tra 2 e 3.6 mesi), con la sola Toscana prossima al 40 per cento.

Il piano di rientro

Gli esami sono ripartiti a maggio in 13 Regioni per lo screening mammografico e cervicale e in 11 per lo screening colorettale. Oggi l’offerta è stata ripristinata in quasi in tutte le Regioni, con notevoli differenze però nell’intensità dei servizi. Il Ministero della Salute ha ribadito di volersi impegnare per agevolare il piano di rientro, che difficilmente però si completerà prima di 18 mesi. Secondo l’Osservatorio Nazionale Screening, per migliorare l’esito servono risorse (umane ed economiche) e un piano di sensibilizzazione rivolto alla cittadinanza. «Monitoreremo le attività», è la promessa degli epidemiologi. Il prossimo report è atteso per la metà di ottobre.