L’immunoterapia rivoluziona le cure nel tumore della cervice uterina

L’immunoterapia rivoluziona le cure nel tumore della cervice uterina

  • di Redazione
  • 27 Marzo 2024
  • Italia ed estero

Continuano i passi da gigante della medicina. Sì, perchè il trattamento per il tumore della cervice uterina (o collo dell'utero) localmente avanzato ad alto rischio potrebbe cambiare dopo 25 anni. a dimostrarlo è una nuova analisi dello studio Keynote-A18 - guidato da Domenica Lorusso, professoressa di Ostetricia e Ginecologia alla Humanitas University. Sembrerebbe infatti che  la combinazione di immunoterapia e chemio-radioterapia aumenti la sopravvivenza globale in modo significativo e clinicamente rilevante rispetto alla sola chemio-radioterapia. 

Già nel 2023 lo studio Keynote-A18, presentato al Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) aveva dimostrato che l'aggiunta dell'immunoterapico pembrolizumab migliora in modo significativo la sopravvivenza libera da malattia nelle donne con un tumore della cervice uterina localmente avanzato. Questi dati erano stati e sono stati di supporto all'approvazione negli Usa della combinazione, ricevuta lo scorso gennaio, per chi presenta una malattia in stadio III-IVA alla diagnosi.

La nuova analisi di cui si parla oggi è stata condotta da un Comitato indipendente per il Monitoraggio dei Dati: i risultati saranno presentati prossimamente nel corso di un convegno scientifico e verranno condivisi con le autorità regolatorie a livello mondiale. "Questi risultati sono importanti sia per i pazienti che per la comunità medica e rafforzano i dati precedenti dello studio Keynote-A18, mostrando ora che questo regime prolunga anche la vita delle pazienti con tumore della cervice localmente avanzato ad alto rischio, che è una delle neoplasie più sintomatiche e dolorose che possano colpire una donna - spiega la Lorusso - Per la prima volta dopo 25 anni, riusciamo a cambiare lo standard di cura."

Ogni anno, in Italia, si stimano circa 2.500 nuove diagnosi di tumore della cervice uterina, e quasi sempre la causa è l'HPV, il Papillomavirus umano, la più frequente infezione sessualmente trasmessa. Contro cui, però, abbiamo a disposizione diversi strumenti di prevenzione: la vaccinazione e gli screening. Ora, dopo molto tempo, aumentano anche le possibilità di cura: "La chemio-radioterapia è lo standard attuale e già di per sé è curativa nel 60% delle pazienti - prosegue la Lorusso - e su questa base, già molto alta, aggiungere pembrolizumab ci aiuta a guarire una quota maggiore di pazienti".