Cancro e nanoterapie, una via percorribile

Cancro e nanoterapie, una via percorribile

  • di Redazione
  • 23 Gennaio 2024
  • Italia ed estero

Arrivare con precisione dritti dritti al tumore e aumentare l’efficacia delle terapie riducendo gli effetti collaterali. Questo è ciò in cui è impegnata la ricerca da anni, ovvero incapsulare i farmaci (alcuni sono già stati messi a punto) in bollicine di dimensioni nanometriche. Tuttavia, non è facile sviluppare nanomateriali che raggiungano in modo infallibile le cellule tumorali e vi entrino dentro, rilasciando i farmaci contenuti al proprio interno, senza allo stesso tempo danneggiare le cellule sane. Occorre considerare molte proprietà che possono influenzare l’interazione con le cellule non solo tumorali, tra cui le dimensioni, la rigidità e la carica delle particelle.

In uno studio, Marco Cassani e il gruppo di ricerca con cui ha lavorato presso il St. Anne’s University Hospital di Brno, in Repubblica Ceca, hanno provato a rovesciare la prospettiva. Anzichè individuare i nanomateriali con le caratteristiche più idonee per portare il farmaco alle cellule tumorali, il team di lavoro ha pensato di concentrarsi direttamente sul tumore. In particolare, i ricercatori hanno provato ad agire sulla proteina YAP, che regola molte funzioni della cellula.

"YAP è una proteina molto importante. In diversi tipi di cancro è presente in eccesso e inoltre promuove la proliferazione tumorale. Tra le altre cose, regola le caratteristiche della matrice extracellulare, influenzandone la crescita e l’acquisizione di caratteristiche meccaniche come la rigidità. Inoltre, è coinvolta in modifiche genetiche che avvengono all’interno delle cellule tumorali. I cambiamenti che avvengono all’esterno e all’interno della cellula tumorale si sostengono a vicenda, contribuendo congiuntamente al progredire della malattia" ha spiegato Cassani
Tutto questo può causare difficoltà nel far entrare i farmaci dentro le cellule tumorali.

In cellule in coltura di tumore al seno triplo negativo, i ricercatori hanno inattivato il gene responsabile della produzione di YAP o hanno interferito con l’attività della proteina stessa. Hanno così scoperto che in questo modo è possibile alterare le caratteristiche e il comportamento delle cellule tumorali anche dal punto di vista dell’interazione con le nanoparticelle. "Abbiamo, per esempio, dimostrato che riducendo l’attività di YAP si attivano vie molecolari che favoriscono l’internalizzazione delle nanoparticelle da parte delle cellule" aggiunge Cassani. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Advanced Science.

Agendo sulla proteina YAP si possono dunque ottenere due risultati: interferire con la progressione della malattia e, allo stesso tempo, rendere le cellule tumorali più permeabili all’ingresso dei farmaci veicolati da nanoparticelle.