

Dissociazione
- di Redazione
- 31 Maggio 2021
- Luce della stessa luce!
L'amica Irene Spiga ricorda la sensazione provata durante i cicli di chemio, quel pensiero che ancora ritorna e si perde nel mare.
Quando una situazione sento che non mi appartiene o ne ho una paura folle, cerco un motivo forte per attraversarla dissociandomi da essa. La chemio, no, non la vuoi fare, chi la vorrebbe fare?
Mi son recata per mesi in silenzio, in un'alba buia, presto presto, nel luogo di cura, in sale d'attesa con lunghi filari di sedie, con tanta gente prima anonima, poi pian piano riconoscibile. Tanti copricapo colorati, eleganti, occhi tristi e sorrisi fiacche.
Mi son trovata nelle stanze con le poltrone per l'infusione e grandi finestroni. Seduta lì, dopo ore di attesa, mi dissociavo per andare in altri mondi, lontano da li. Ad onor del vero, la ribellione iniziava già nella sala d'attesa cambiando canale alla televisione che ripeteva all'ossesso le notizie di un telegiornale triste. Al suo posto un canale di musica e, se trovavo Laura, il tutto si tramutava in balli coinvolgenti, fino all'arrivo di un'infermiera che richiamava all'ordine sotto sollecitudine di qualche accompagnatore stufo.
Ma è su quella poltrona reclinabile che il tutto avveniva. Pensavo al mare e mi ritrovavo a sentire la sabbia sotto i piedi nudi, il sole sulla pelle, il rumore della risacca, un odore di salsedine mista a profumi lievi. Il sole in faccia mi carica da sempre, quello stesso sole di cui non puoi godere appieno durante le cure, ma lì puoi tutto, è la mia realtà, la mia creazione, il mio potere decisionale. Un tuffo, un ultimo tuffo e poi mi asciugo al sole caldo...
-"Irene, sei tra noi? attacco ora il lavaggio e puoi andare, abbiamo finito".
E si torna, si torna sempre, si deve tornare, e allora ci si riunisce a spirito e anima, si raccolgono i cocci e si procede spediti. Sia quel che sia.