

Sticky anger
- di Redazione
- 10 Agosto 2018
- La collana di perle di Giulia
Ritorna l’appuntamento del venerdì con la rubrica "La collana di perle di Giulia"
Rinnegare i nostri sentimenti più "scomodi" vorrebbe dire rinnegare la nostra umanità, e quindi noi stessi. Quel nostro meraviglioso e altrettanto misterioso modo di essere allo stesso tempo fragili e resilienti, diffidenti e generosi, corpo e anima. La rabbia, quella che stordisce i sensi e ci fa annaspare nel mezzo di una giornata qualunque, è sempre la manifestazione di un disagio. Arriva senza avvisare, il sangue sale alla testa, il battito accelera e prima che ci si accorga, si creano due fazioni, la nostra e l’"altra".
Ma non sempre i nemici sono in carne ed ossa, così come non sempre sono "altri" da noi. La rabbia che faccio più fatica a contenere, e che trovo la più subdola, ha la voce della mia frustrazione verso me stessa, quando permetto a qualcuno di farmi sentire avvilita o impotente. In quei momenti perdo la capacità di mantenere il mio punto di vista, l’amore con cui dovrei sempre filtrare la visione di me stessa. È facile, ahimè, scivolare e perdersi in un sentimento tanto invadente e appiccicoso. È allora che deve venire in aiuto il nostro amor proprio o, quanto meno, la nostra voglia di ritrovarlo