Che venerdì sarebbe senza la perla di Giulia Muntoni? 

Il contrario di amare non è odiare. Il contrario di amare è trascurare, ne sono convinta. Se stessi ancora prima che gli altri. Spesso succede e basta, nonostante la nostra volontà di evitarlo.
Ma, a volte, va bene anche non sapere. Non saper affrontare, non saper lasciare andare. Però, a poco poco, capisci che è come un'onda: opponi resistenza e ti travolgerà. Tuffatici in mezzo e nuoterai fino all'altra sponda.
Sono sempre le aspettative a regolare l’equilibrio dei rapporti tra noi e chi ci sta intorno. La parte più difficile è cambiarle di continuo, perché i rapporti sono materia viva, plasmabile, in continua trasformazione. Ridurre le aspettative nei confronti di qualcuno è di solito un processo deludente e doloroso allo stesso tempo, causato da un cambio di concetto, da un allontanamento inaspettato. La delusione per la perduta vicinanza si può capire. Ma il dolore? Forse viene dal fatto che spesso facciamo l'errore di cercare attorno a noi, in chi ci sta davanti, quello che ci manca: approvazione, conferme, sostegno. E’ sempre un rischio, amare. A seconda di cosa ci si aspetta di ricevere, ci si può perdere nello scambio. Allora, forse, la prima, unica vera aspettativa da mantenere è quella nei confronti di noi stessi. Ha a che fare con quel sano margine di distacco che dovremmo applicare mentre valutiamo se una persona, una circostanza sono adatte a noi o no, più o meno positive. Una cernita onesta, senza rancori. Onesti con noi stessi prima di tutto. Il Bene dentro, tutto ciò che ci giova è benvenuto. Il resto NON può passare, anche se viene da una fonte che nel passato era "sicura". Riaggiustare le aspettative. Sentirsi vivi e liberi di scegliere con rispetto. Tutto il resto non conta.