E’ venerdì, arriva un’altra perla di Giulia Muntoni per la rubrica La Collana di Perla di Giulia

Nuovo anno. Primo anno del post tumore che inizi senza la prospettiva della terapia ormonale. Il mio corpo è ancora devastato, certo, e ci vorranno possibilmente mesi prima che mi accorga di qualche beneficio. Ma sento crescere in me una nuova speranza.
Mi sento come un contadino che sia stato a fissare per un tempo interminabile un quadrato di terra arida e si ritrovi, tutto ad un tratto, a sognare quanto sarebbe bello ripopolarlo di erba rada, e fiori e profumi e, perché no, qualche albero. Vorrei offrire il riparo della pace sotto un cielo sereno quanto me. E se pure non abbia ancora idea di come ci si arrivi, a quel fazzoletto di terra (quali montagne vadano scalate, quanti fiumi guadati), sorrido perché so che è lì che mi aspetta, che ho due gambe sane che mi ci porteranno e una forza di volontà in grado di spostare le montagne e illuminare una città. Mi accorgo soltanto adesso di aver fissato quella meta, stando immobile, per troppo a lungo, ogni volta dominata come da un senso di ineluttabilità, da una rassegnazione che mi era penetrata nelle ossa e aveva spento anche la voglia di sognare. Ma cosa siamo senza sogni? Senza il tumulto della battaglia che ingaggiamo per cercare di afferrarli? Vengano i dubbi e anche brevi momenti di dolore insopportabile. Venga la lotta, ma la rassegnazione mai. Perché uno spirito che combatte è uno spirito ancora vivo. Sono all'inizio, è vero. Ma mi sembra un ottimo inizio.