Hold the dove

Hold the dove

  • di Redazione
  • 17 Settembre 2021
  • La collana di perle di Giulia

E’ venerdì, è giunto il momento di leggere una perla magnifica e unica, proprio come la sua autrice, Giulia Muntoni


Gestire la tua vita è un po’ come tenere in mano una colomba: se la afferri con troppa forza, la uccidi. Se allenti troppo la presa, la perdi.
Però io mi ci aggrappo, eccome. Trovo sempre più importante ripetermi quanto sia essenziale custodirla e tutelarla al massimo delle mie capacità, proprio ora che mi sembra così imperfetta e del tutto diversa da come me la sarei immaginata.
Anche in queste ultime settimane, per esempio, che sono difficili, lunghe, e in cui mi aggiro dentro grigi corridoi mentali che mi tocca attraversare per arrivare da una macchia di serenità alla successiva. Mentre mi avvio, senza grande convinzione, anche allora sento che la mia energia vitale sta solo sonnecchiando. E’ gravata da mille pesi, sulla maggior parte dei quali non ho controllo. Ma continuo ad andare. Un passo (lento) dopo l’altro. 
Cosa sia che mi fa vincere l’apatia e l’autocommiserazione, ancora non mi è chiaro. Ma ne faccio la mia forza. L’ostinazione, forse. O il carattere da sarda capricorno, o solo la certezza che il bene smuova le montagne e che reagire attivamente alle mie sfide, nel mio piccolo, alimenti il bene generale. Un bene molto più grande di me che lo promuovo.
Perchè non può essere un caso che a ogni caduta segua sempre una voglia matta di sviluppare le mie potenzialità. Ed è proprio questa l’idea che mi salva. 
Il potenziale, riferito a me stessa, mi trattiene dal fare stupidi confronti con le vite degli altri, confronti che non sono solo inutili ma anche deprimenti. Meno siamo in contatto con noi stessi e più tendiamo a notare quello che gli altri sembrano avere in più o in meglio. Un errore madornale.
Nel ricordarmi di avere una scintilla divina che è unicamente mia, rifiorisce la fiducia in me stessa. Esco dall’apatia grazie alla curiosità. Divento curiosa di scoprire quali nuove forme possa assumere la mia fame di Vita. E ancora una volta, che al momento spero arrivi presto, nel fidarmi di me stessa, mi affido alla Vita e al suo senso, che spesso intuisco appena. 
Così, prima ancora di accorgermene, forte o meno, stanca o meno, son di nuovo in pista.