A bright vest

A bright vest

  • di Redazione
  • 16 Luglio 2021
  • La collana di perle di Giulia

La nostra Giulia Muntoni racconta tutta la serenità di queste giornate che rendono meritevole ogni singolo attimo

Quando la mia anima è serena indosso un vestito raggiante. Divento pace, e le mie cicatrici assomigliano a sorrisi stampati sulla pelle.
Perchè so che, nel clamore o nel silenzio, c’è qualcosa di alto e indissolubile che mi guida.
Serenità non vuol dire necessariamente che vada tutto bene. Anzi, direi che, dalla nuova diagnosi in poi, l’intero concetto di bene ha dovuto essere ridimensionato.
Eppure, solo una volta che la nuova situazione diventi la "normalità", ci può essere spazio per il resto.

Non riesco a non trovare straordinario il fatto che ci si abitui a tutto. O almeno, finora, io mi sono abituata a convivere con qualsiasi evento. E non mi basta abituarmi, io voglio fiorire sulle situazioni, voglio spremere le esperienze fino a cogliere il senso di quello che mi è stato posto davanti.
Ho notato che mai prima d’ora mi ero sentita tanto grata come da quando ho iniziato a trattare le difficoltà con una sorta di tenerezza: loro fanno quello che devono, e io provo a seminarle. Ognuno fa il suo. A volte vinco, a volte resto sotto e mi lecco le ferite. Ma mai mi pento di aver afferrato a mani piene un altro po’ di Vita.
La tolleranza è una virtù che improvvisamente mi sembra fondamentale coltivare. Anche, e prima di tutto, tolleranza verso me stessa e verso le aspettative che posso avere su quello che, a seconda dei momenti, riesco o non riesco a fare.

C’è un brano a cui sono affezionata e che ultimamente sento molto mio. Forse perchè mi sembra che mi permetta di trovare pace anche nei momenti "no":
"Regala agli altri la luce che non hai, la forza che non possiedi, la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui sei privo. Illuminali dal tuo buio. Arricchiscili con la tua povertà. Regala un sorriso quando tu hai voglia di piangere. Produci serenità dalla tempesta che hai dentro. "Ecco, quello che non ho te lo dono". Questo è il tuo paradosso."