
Vaccino HPV e prevenzione tumorale
- di Redazione
- 24 Marzo 2017
- Italia ed estero
L' HPV è responsabile del 70% dei casi di cancro della cervice uterina
Esistono quasi 200 ceppi di virus del Papilloma umano (HPV), ma solo alcuni sono cancerogeni, in particolare il 16 e il 18, sono da soli responsabili del 70% circa dei casi di tumore della cervice. Contro di essi è stato messo a punto il primo vaccino antiHPV, disponibile dal 2006. Successivamente è stato introdotto un vaccino quadrivalente, oggi il più usato in Italia, che protegge anche contro i ceppi 6 e 11, associati al 90% dei casi di condilomi.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il 5% di tutte le forme di cancro presenti al mondo è associata all'infezione da HPV.
Il virus HPV è responsabile della quasi totalità dei tumori della cervice uterina, del 95% dell'ano (per lo più dovuti al virus del ceppo 16), del 70% dell'orofaringe (in cui la trasmissione virale avviene attraverso il sesso orale), del 65% della vagina, del 50% della vulva e del 35% del pene (dati dei National Institutes of Health statunitensi).
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha consigliato la vaccinazione di tutte le ragazze prima dell'inizio dell'attività sessuale. Il momento critico per il contagio, infatti, è nell'adolescenza e nella prima giovinezza, anche se l'effetto mutageno del virus è lento, per cui i tumori compaiono anche diversi decenni dopo. Dato che le statistiche dimostrano che una buona percentuale di ragazze ha il primo rapporto sessuale intorno ai 13 anni, l'Italia, come molti Paesi europei, ha stabilito che la vaccinazione debba essere fatta a 12 anni.
Vaccinare le donne mette al riparo dalla trasmissione sessuale del virus anche i maschi eterosessuali, ma non gli omosessuali. Per questo secondo i National Institutes of Health e l'Organizzazione Mondiale della Sanità è opportuno vaccinare anche gli adolescenti maschi. Alcuni esperti consigliano anche la vaccinazione dei maschi omosessuali adulti (non compresi, al momento attuale, in Italia tra i soggetti della campagna vaccinale del Sistema sanitario nazionale).
Uno studio condotto in Australia, in cui il vaccino quadrivalente è stato somministrato alla quasi totalità di ragazze, ha dimostrato dopo soli quattro anni che vi è stata una riduzione dell'85% dei casi di condilomi.
Dato il lento sviluppo dell’ HPV per avere dati certi inerenti l’impatto della vaccinazione sui tumori bisognerà attendere qualche decennio ma i risultati riscontrati dell’abbassamento della trasmissione sessuale di malattie porta molti esperti a sostenere che il vaccino possa essere un’ ottima forma di prevenzione. Non per questo, però, bisogna dimenticarsi di fare il pap test che identifica le lesioni precancerose della cervice, consentendo di eliminarle prima che si sviluppi un tumore. Vaccino e pap test sono infatti di due elementi complementari . Probabilmente un domani, grazie all'efficacia della vaccinazione, il tempo che intercorre tra un Pap test e l'altro potrebbe aumentare. Al momento sembra che la copertura del vaccino duri almeno 20 anni e se si dovesse notare un calo di copertura dopo un certo numero di anni, si potrà procedere con dei richiami vaccinali.
Il vaccino contro l'HPV sembra avere pochi effetti collaterali ed essere uno dei più sicuri in circolazione. Nella maggior parte dei casi comporta solo lievi disturbi locali nel sito dell'iniezione e talvolta qualche linea di febbre.