

Tumore al seno: 1 donna su 4 subisce demansionamento nel ritorno al lavoro
- di Redazione
- 22 Novembre 2022
- Italia ed estero
Una donna su quattro subisce demansionamento quando rientra al lavoro dopo il tumore al seno. A rilevarlo è un’indagine promossa da Europa Donna Italia.
Ritrovare la propria identità professionale dopo un tumore o mentre si convive con la patologia, in tanti, casi è fondamentale perchè può aiutare pazienti ed ex pazienti a guardare oltre la malattia e a ritrovare se stessi. Spesso, però, proprio il reinserimento lavorativo può essere un periodo molto complicato da gestire, a causa di rapporti con colleghi e datori di lavori, resistenze psicologiche e fisiche, demansionamenti e ostacoli di tipo legislativo. E lo è ancora di più per le categorie contrattualmente più fragili, come le donne, che perdono in media il doppio delle giornate di lavoro rispetto agli uomini.
Per questo prende il via la seconda edizione del progetto TrasformAZIONE, il percorso di avvicinamento al mondo del lavoro dedicato alle donne che desiderano rientrarvi dopo una malattia oncologica. L'iniziativa - voluta e presentata da Europa Donna Italia, con la collaborazione di Fondazione Human Age Institute, ManpowerGroup e Studio Fava & Associati - entrerà nel vivo a partire dal prossimo anno, continuando quanto fatto nell'edizione precedente e portando all'interno del programma attività di formazione su contratti e politiche del lavoro, modalità di selezione e laboratori sulle tecniche da utilizzare per cercare lavoro.
Una ricerca di Euromedia Research in cui sono state 500 donne ha rilevato che circa 3 su 4 hanno paura di perdere il posto di lavoro in seguito alla malattia e la maggioranza non si è sentita supportata da responsabili e colleghi. E nemmeno tutelata dalle norme che regolano il mercato del lavoro (il 61,8% delle intervistate).
Le esperienze si dividono tra chi è riuscita a mantenere il proprio ruolo in azienda e chi, invece, ha subito un declassamento a seguito della malattia. Una situazione, quest'ultima, che ha colto di sorpresa una paziente su 4, generando isolamento e mancanza di fiducia nelle proprie capacità.
La prima edizione del progetto ha visto la partecipazione di circa 100 donne che hanno aggiornato le proprie competenze garantendo "in modo concreto quale fosse l'effetto per le donne partecipanti, con una crescita dell'autostima e di fiducia nelle proprie capacità" come ha spiegato Rosanna D'Antona, Presidente di Europa Donna Italia