

MIROvaR, il nuovo test che prevede il decorso e l’esito del tumore ovarico
- di Redazione
- 12 Aprile 2017
- Italia ed estero
È stato elaborato e perfezionato dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in collaborazione con diversi centri di ginecologia oncologica di tutta Italia il nuovo test MIROvaR, che sarà in grado di prevedere l’andamento e l’esito del tumore dell’ovaio.
Lo studio tutto italiano, basato sull’analisi di 35 micro-RNA, applicherà una distinzione tra le donne affette da tumore ovarico in fase avanzata, quelle che presentano un alto rischio di recidiva o progressione della malattia (con una sopravvivenza media libera da malattia di 18 mesi) e quelle a basso rischio di recidiva/progressione (sopravvivenza media libera da malattia di 38 mesi) e potrà essere utilizzato per individuare le donne da sottoporre ad un trattamento più aggressivo.
Questo test, che andrà a leggere nel patrimonio genetico delle pazienti per prevedere una prognosi, ha permesso per la prima volta in assoluto di dimostrare il probabile ruolo dei micro-RNA nella progressione del tumore dell’ovaio. Si tratta di medicina di precisione in grado quindi di strutturare il trattamento specifico in base al profilo genetico del paziente.
Marina Bagnoli e Silvana Canevari dell'Istituto nazionale tumori di Milano insieme ai colleghi del Multicentre Italian Trials in Ovarian cancer (MITO) translational group hanno analizzato una serie di micro-Rna su quasi 900 campioni di tumore ovarico prelevati al momento della diagnosi per realizzare uno studio con il maggior numero di campioni mai realizzato e hanno valutato quali micro-Rna siano correlabili alla prognosi di queste pazienti.
Sono stati individuati 35 micro-Rna strettamente collegati al rischio di progressione o di recidiva di tumore dell'ovaio, utilizzati per mettere a punto un test prognostico, il MiROvaR (Risk of Ovarian Cancer Relapse or progression) che rappresenta un predittore molecolare di prognosi classificando le pazienti in due diversi gruppi tra alto rischio e basso rischio.
Il MiROvaR mantiene la sua capacità predittiva a prescindere dalla presenza o meno delle due variabili cliniche che maggiormente influenzano la prognosi di queste pazienti e cioè lo stadio di malattia e la quantità di tumore residuo non asportabile dopo l'intervento chirurgico iniziale.
Il MiROvaR e la sua conseguente classificazione delle pazienti basata sulla loro prognosi sarà di grande aiuto per riuscire a individuare precocemente le donne con la prognosi peggiore per indirizzare il trattamento verso modalità più aggressive.