

L’interazione molecolare di tre proteine causa le metastasi nel tumore ovarico
- di Redazione
- 19 Febbraio 2018
- Italia ed estero
Un nuovo studio tutto italiano finanziato dall’AIRC e pubblicato sulla rivista PNAS ha scoperto che l’interazione tra tre proteine è alla base della formazione delle metastasi nel tumore ovarico.
I recettori dell’endotelina, la b-arrestina e hMENA infatti provocano un decorso peggiore della malattia rendendola più aggressiva.
Questa scoperta rappresenta un passo avanti nella lotta contro il tumore ovarico e getta luce sul meccanismo di innesco delle metastasi, una delle più frequenti cause di mortalità nelle donne con carcinoma ovarico.
I ricercatori guidati da Laura Rosanò e Anna Bagnato dell’Istituto Regina Elena hanno spiegato tutti i dettagli di questo studio sulla rivista PNAS e hanno intenzione di comprendere le ragioni della diffusione metastatica, che può avvenire anche a distanza di anni.
Lo studio, condotto con il sostegno di AIRC, dimostra che il recettore per l’endotelina, associandosi alla proteina b-arrestina, provoca la formazione di invadopodi maturi sia nel tempo sia nello spazio. La proteina del citoscheletro hMENA agisce legando il recettore dell’endotelina e la b-arrestina e creando così un’interazione sinergica mai studiata prima nei tumori.
Inoltre, una variante di hMENA è cruciale nella formazione di invadopodi e quindi nella formazione di metastasi. L’interazione del recettore dell’endotelina con la forma invasiva di hMENA sarebbe quindi in grado di attivare una rete di segnali intracellulari che facilitano l’infiltrazione nei tessuti e nei vasi sanguigni, dando origine al processo metastatico.
"Identificare i potenziali nodi di vulnerabilità creati da interazioni tra le proteine coinvolte in questi processi è fondamentale non solo per capire come le cellule tumorali diventano più aggressive, ma anche per utilizzarli come bersagli molecolari al fine di bloccare il processo metastatico", ha dichiarato Laura Rosanò.
"Questi risultati aprono la strada a nuovi approcci terapeutici. Esiste già un antagonista dei recettori dell’endotelina, il macitentan, approvato per indicazioni non oncologiche, che potrebbe essere sperimentato nei carcinomi sierosi dell’ovaio che esprimono elevate concentrazioni del recettore", ha ribadito Anna Bagnato.