

In Italia, un milione e 400 mila screening in meno nei primi 5 mesi dell’anno
- di Redazione
- 21 Settembre 2020
- Italia ed estero
Si conclude oggi il Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) tenutosi in forma virtuale a causa delle limitazioni legate al Covid che ha rimarcato gli effetti negativi che la pandemia ha avuto sui pazienti oncologici, con la conferma che sono stati effettuati in Italia un milione e 400mila screening in meno nei primi 5 mesi del 2020.
Questi ritardi si traducono in una netta riduzione non solo delle nuove diagnosi di tumore della mammella (2.099 in meno) e del colon-retto (611 in meno), ma anche delle lesioni che possono essere una spia di quest’ultima neoplasia (quasi 4000 adenomi del colon-retto non diagnosticati) o del cancro della cervice uterina (circa 1670 lesioni CIN 2 o più gravi non diagnosticate). A causa di blocchi e rallentamenti questi tumori verranno quindi individuati in fase più avanzata con una minore probabilità di guarigione e risorse maggiori per le cure.
Le stime del National Cancer Institute, negli Stati Uniti, hanno indicato che nei prossimi 10 anni, ci saranno circa 10 mila morti in più per tumore del seno e del colon-retto, proprio a causa dell’effetto del Covid-19 sugli screening e sul trattamento. "Si tratta di numeri che, in termini relativi, possono sembrare piccoli, riferendosi all’1% del totale dei decessi per queste due neoplasie negli Usa, ma in termini assoluti sono tutt’altro che trascurabili, perché parliamo di 10.000 decessi in più per grandi malattie, che in questi anni hanno beneficiato dell’effetto positivo dello screening sulla mortalità", ha indicato Giordano Beretta, presidente Aiom e responsabile dell’Oncologia Medica all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Nel Regno Unito è stato confermato che il ritardo diagnostico causato dalla interruzione e dal rallentamento dei servizi sanitari possa essere la causa di aumento della mortalità (rispetto al periodo pre Covid-19) nei prossimi 5 anni fino al 16,6% per i tumori del colon-retto e al 9,6% per la mammella.
La situazione in Italia sembra essere al momento più contenuta anche se potrebbe diventare preoccupante. "A oggi, il ritardo diagnostico accumulato è limitato, ma sta crescendo anche per le modalità organizzative necessarie per garantire il distanziamento fisico dei cittadini che si sottopongono agli screening", ha confermato Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom e direttore Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi.
Nel 2019 sono stati stimati 371mila nuovi casi di tumore e il costo dei farmaci anticancro è in costante crescita. In cinque anni (2014 - 2019) la spesa per le terapie è passata da 3,9 a circa 6 miliardi di euro. I farmaci antineoplastici rappresentano la prima categoria terapeutica a maggior spesa pubblica per il 2019 (26% della spesa totale) con il tetto del Fondo per i farmaci oncologici innovativi, stabilito in 500 milioni di euro, che è stato superato arrivando a 584 milioni.
La pandemia ha modificato gli scenari e per questo, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha chiesto alle Istituzioni di destinare più fondi per la lotta contro il cancro, non solo per le terapie ma anche per potenziare la telemedicina e per creare percorsi definiti di collaborazione con la medicina del territorio. "Le nuove armi come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare hanno cambiato la storia naturale di molte neoplasie e oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Servono più risorse per far fronte ai cambiamenti nella pratica clinica in oncologia imposti dalla pandemia, a partire dalla creazione di percorsi definiti con la medicina del territorio. In questo senso, la nostra società scientifica sta attivando collaborazioni con Senior Italia Federanziani, Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), gli Ordini dei medici locali, le farmacie e i distretti territoriali", ha ribadito Beretta.
La telemedicina diventa quindi preziosa per salvaguardare i pazienti. "Va strutturata meglio soprattutto per i pazienti in follow-up e per quelli sottoposti a terapie orali in trattamento presso il domicilio. Anche l’Esmo, nelle Linee Guida sulla gestione dei pazienti oncologici durante la pandemia, raccomanda l’utilizzo della telemedicina per le visite di controllo e per il monitoraggio delle persone che seguono terapie orali. Servono importanti investimenti per incentivare queste modalità di monitoraggio che, inoltre, dovrebbero prevedere piattaforme omogenee tra i vari ospedali, uniformi a livello nazionale", ha confermato Beretta.