

Il 38% dei pazienti è sedentario. L’AIOM lancia l’Operazione Phalco per contrastare i tumori
- di Redazione
- 21 Ottobre 2019
- Italia ed estero
L’Aiom, Associazione italiana di Oncologia medica, ha presentato al Ministero della Salute un progetto mirato a ridurre la sedentarietà dei pazienti oncologici e creare un percorso di attività fisica mirata per combattere il tumore.
L’Operazione Phalco (PHysicAL aCtivity for Oncology) include 60 persone colpite da neoplasia che si alleneranno per quattro mesi sotto la guida di trainer specializzati laureati in Scienze Motorie in 4 palestre di città diverse, cominciando da Roma e Verona. Il progetto, unico in Italia, è stato realizzato in collaborazione con i medici dello sport.
I dati parlano chiaro: il 38% delle persone colpite da tumore è completamente sedentario (rispetto al 34% dei cittadini che non hanno ricevuto la diagnosi di cancro), nonostante siano dimostrati i benefici dell’attività fisica nella prevenzione delle recidive e nel controllo della malattia.
Come spesso hanno confermato gli esperti durante il nostro convegno annuale "Tumori femminili e sport: un calcio al cancro", il movimento aiuta a combattere il cancro, a contrastare gli effetti collaterali delle terapie e a vincere l’ansia e la depressione, che colpiscono fino al 40% dei pazienti. Si cercherà quindi di realizzare un percorso di attività fisica personalizzato, in relazione alle caratteristiche di ogni malato.
"È dimostrato che il movimento, sia dopo la diagnosi che nei primi passi successivi all’intervento chirurgico, migliora la sopravvivenza. Ciononostante, ancora troppo pochi oncologi lo consigliano e sono ancor meno i pazienti che lo praticano. Uno dei maggiori impedimenti, oltre alla difficoltà di integrare le diverse professionalità coinvolte, risiede proprio nella necessità di personalizzare quanto più possibile il carico di attività fisica proposta. ‘Operazione Phalco’, creando una ‘rete’ tra oncologi, medici dello sport e laureati in Scienze Motorie e proponendo un protocollo di allenamento declinato per gruppi omogenei di rischio, vuole superare queste problematiche. È la prima iniziativa di questo tipo realizzata in Italia e rappresenta il primo passo di un percorso post-operatorio di attività fisica adattata, da inserire quanto più precocemente possibile nell’iter riabilitativo", ha spiegato Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom.
"Vogliamo dimostrare che l’allenamento può apportare effetti benefici sui pazienti, sia a livello psicologico che fisiologico. Diversi studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico abbia ricadute positive su diverse patologie, legate anche all’aumento di speciali sostanze neurotrasmettitoriali nel cervello (endorfine), che creano uno stato di benessere. Inoltre, la pratica regolare dell’esercizio fisico provoca adattamenti positivi su molti apparati dell’organismo (cardiovascolare, respiratorio, muscolo scheletrico), con conseguenze evidenti sulla qualità della vita", ha confermato Nicolis.
"In Italia vivono quasi 3 milioni e mezzo di cittadini dopo la diagnosi di tumore. Le neoplasie della mammella e del colon-retto sono le più frequenti: ne sono stimati, rispettivamente, 53.500 e 49.000 nuovi casi nel 2019. Bastano 150 minuti di movimento alla settimana per ridurre del 25% la mortalità per tumore del seno nelle donne che hanno già ricevuto la diagnosi rispetto alle sedentarie. Ed è dimostrato che 30 minuti di movimento al giorno sono sufficienti per diminuire del 19% la mortalità nei pazienti con carcinoma del colon-retto. Ma sono ancora troppi i cittadini, colpiti da tumore, completamente sedentari: spesso anche i familiari tendono a dissuaderli dal muoversi per il timore di compromettere la loro condizione", ha affermato Stefania Gori, Presidente Nazionale Aiom.