Europa Donna, trent’anni di impegno costante per i diritti delle donne con tumore al seno

Europa Donna, trent’anni di impegno costante per i diritti delle donne con tumore al seno

  • di Redazione
  • 25 Marzo 2024
  • Italia ed estero

Il 22 marzo Europa Donna Italia ha festeggiato trent’anni. Nacque nel 1994 grazie a un’idea di professor Umberto Veronesi e per iniziativa della Scuola Europea di Oncologia con l’obiettivo di fare rete tra le associazioni di pazienti e dare loro voce presso le istituzioni.

La mission di Europa Donna è difendere i diritti delle donne con tumore al seno, battersi per loro attraverso le 185 associazioni di volontariato che ne fanno parte.  "Lavoriamo per sensibilizzare le istituzioni sanitarie affinché attuino delibere, leggi e norme per facilitare la prevenzione e la cura del tumore al seno - questo si legge nel sito www.europadonna.it -  Lo facciamo con la supervisione di un comitato tecnico scientifico composto dai migliori clinici che lavorano nei migliori centri di cura italiani. Crediamo in un Paese dove l’accesso all’informazione e alle cure seguano gli standard d’eccellenza europei. Il portale è un servizio per tutte le donne, le associazioni di volontariato, le istituzioni, i media e tutti coloro che, come noi, credono che il tumore al seno sia possibile sconfiggerlo insieme, e che le pazienti possano avere una qualità della vita migliore. Anche quando la patologia diventa cronica."

In trent’anni tra i tanti traguardi raggiunti da Europa Donna si può ricordare l’introduzione del programma di screening nazionale per i tumori del seno con l’introduzione della mammografia gratuita ogni 2 anni (2000), la creazione delle Breast Unit (2014-2018), ovvero dei centri multidisciplinari di senologia, che la legge 104 fosse estesa anche ai caregiver 

«L’occasione dei nostri trent’anni ci obbliga soprattutto a volgere lo sguardo in avanti – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia - La strada dei diritti è ancora lunga e molto c’è da fare per la prima malattia che colpisce le donne, a partire dalla prevenzione. Oggi l’adesione delle donne allo screening mammografico nazionale è circa al 50%, un dato di cui non possiamo accontentarci, soprattutto alla luce delle evidenze scientifiche che confermano il ruolo salvavita della diagnosi precoce: la malattia intercettata agli stadi iniziali ha tassi di sopravvivenza elevatissimi che arrivano fino al 98%. Per questo è fondamentale, oltre che urgente, ripensare le modalità di screening per renderlo più accessibile, affinché tutte le donne vi aderiscano».

In alcune Regioni lo sviluppo della rete delle Breast Unit, per cui il Ministero della Salute ha emanato specifiche linee di indirizzo, non è stato ancora completato e in altre nemmeno avviato. «Una lacuna da colmare quanto prima – prosegue D’Antona – per questo in Europa Donna, con la nostra rete di 190 associazioni di pazienti in tutta Italia, abbiamo recentemente attivato un percorso per monitorare le attività delle Breast Unit e faremo pressioni sulle istituzioni perché vengano implementate dove necessario e ne sia migliorata la multidisciplinarietà, assicurando alle pazienti un adeguato supporto anche psico-oncologico da parte di specialisti dedicati». 

Le Breast Unit prevedono la presa in carico di tutti i bisogni fisici e psicologici della donna e oggi rappresentano l’eccellenza nel percorso di diagnosi, cura e assistenza delle donne con tumore al seno. «La loro realizzazione – spiega Corrado Tinterri, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Europa Donna Italia e Direttore della Breast Unit di Humanitas Milano – è stata al centro del nostro impegno negli ultimi quindici anni. Le Breast Unit sono il risultato di un’alleanza speciale tra associazioni di pazienti, istituzioni e mondo scientifico e hanno cambiato, di fatto, il paradigma di cura della paziente con tumore del seno. Basti pensare che nel 2010 solo il 12% delle donne veniva curato in centri specializzati, mentre i dati del 2022 confermano che l’80% delle pazienti si cura nei centri di senologia multidisciplinari. Un dato importantissimo se si considera che la probabilità di guarire aumenta del 18% quando si viene curate all’interno di una Breast Unit».

Altro significativo pilastro dell’agenda del futuro è l’impegno per i diritti delle pazienti croniche, con tumore al seno metastatico garantendo la costruzione di percorsi specifici nelle Breast Unit, accessi agevolati ai farmaci innovativi, creazione di un database accessibile che riporti tutti gli studi clinici presenti in Italia, validato dal Ministero della Salute con la partecipazione degli IRCCS oncologici.