

Coronavirus e pazienti oncologici: domande e risposte
- di Redazione
- 7 Marzo 2020
- Italia ed estero
In questo articolo abbiamo raccolto le domande più frequenti sul coronavirus legate all’oncologia
Partiamo dal principio, in che cosa questa infezione da Covid-19 si differenzia dall’influenza stagionale? Inseriamo delle risposte che AIRC ha elaborato intervistando tre esperti, ovvero Giovanni Maga (direttore del laboratorio di Virologia molecolare presso l'Istituto di genetica molecolare del CNR di Pavia), Michele Milella (direttore del Dipartimento di oncologia dell’Università di Verona) e Francesco Perrone (direttore dell'Unità sperimentazioni cliniche dell'Istituto nazionale tumori di Napoli).
Milella risponde: "Innanzitutto è importante fare chiarezza: questa epidemia non è molto diversa, in termini di gravità dei sintomi, da un’epidemia di influenza, con la differenza che per l’influenza esistono un certo livello di immunità diffusa nella popolazione, per la somiglianza dei virus influenzali fra loro, e soprattutto un vaccino specifico, prodotto ogni anno, che a inizio di stagione è sempre raccomandato alla maggioranza dei malati oncologici, che in grandissima parte seguono l'indicazione. Come per l’influenza, alcune categorie di persone, gli anziani, gli immunodepressi, le persone con molte patologie concomitanti, i pazienti con grave deterioramento fisico, sono esposte a un rischio più elevato perché l’eventuale infezione causa con maggiore frequenza complicanze gravi."
Perrone spiega: "Anche se i sintomi provocati sono simili a quelli dell’influenza, il virus Covid-19, responsabile dell’attuale emergenza, è diverso dai virus influenzali, sia perché appartiene a un’altra famiglia di virus, sia perché è nuovo per gli esseri umani. Questo significa che il nostro sistema immunitario è impreparato a reagire a tale infezione rispetto all’influenza stagionale, che, oltretutto, non provoca polmoniti tanto frequentemente quanto l’infezione da coronavirus. Se tutti ci ammalassimo nello stesso momento, i sistemi sanitari potrebbero non essere in grado di prendere in carico i pazienti più gravi, anche se fossero pochi in percentuale rispetto al totale dei malati. Tutto questo giustifica le misure che si stanno mettendo in atto, anche alla luce del fatto che non esiste ancora un vaccino."
I pazienti oncologici sono più a rischio degli altri?
Perrone risponde: "I pochi dati finora disponibili sul coronavirus sembrano testimoniare che l’andamento clinico della malattia può essere peggiore nei pazienti più anziani e in quelli affetti da importanti malattie croniche o debilitanti, incluse le malattie oncologiche."
Maga specifica: "I pazienti oncologici di per sé rappresentano una popolazione più esposta al rischio di infezione e di eventuali complicanze … Verosimilmente, maggiore è la gravità del tumore sottostante e maggiore sarà il rischio di andare incontro a un decorso dell’infezione da Covid-19 più grave rispetto a una persona sana."
Cosa succede se un paziente oncologico contrae l’infezione da Covid-19?
"In caso di infezione da coronavirus in un paziente oncologico ci si comporta come avviene in caso di polmonite di origine batterica, il cui trattamento diventa prioritario rispetto a quello della malattia oncologica (come avviene per tutte le malattie acute). In un certo senso, il rischio legato al coronavirus è un elemento in più tra i tanti che già entrano a far parte della valutazione tra rischi e benefici che il medico fa continuamente insieme a ciascuno dei propri pazienti", ha spiegato Milella
Quali sono le raccomandazioni per le persone che si prendono cura dei malati?
Milella risponde: "Se chi si prende cura di un malato manifesta sintomi di infezione respiratoria è raccomandabile mantenere le distanze dal malato di cancro, in aggiunta alle raccomandazioni che valgono per tutti e contenute nel decalogo diffuso dal Ministero della salute."
Ha senso rinviare o interrompere le terapie oncologiche?
Milella spiega: "In generale non mi vengono in mente circostanze che giustifichino il rinvio di una terapia oncologica, se non per esempio legate al fatto che il reparto di oncologia sia stato esposto all’infezione da coronavirus, come è accaduto a Crema."
Invece i pazienti sottoposti a sola radioterapia o terapia ormonale quali rischi corrono?
Perrone specifica: "La terapia ormonale non agisce direttamente sul sistema immunitario e la radioterapia lo influenza meno della chemioterapia, quindi è ragionevole affermare che si può stare più tranquilli."
Quali accorgimenti pratici deve prendere un malato oncologico nella vita di tutti i giorni?
Perrone spiega: "Le regole di comportamento suggerite dal Ministero della salute aiutano a contenere il rischio di contrarre l’infezione: lavarsi spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani (particolarmente senza averle preventivamente lavate), coprire bocca e naso se si starnutisce o si tossisce, pulire le superfici (bagni, cucine, tavoli dove si pranza, scrivanie) con disinfettanti a base di cloro o alcol. Non è utile assumere antibiotici a meno che non li prescriva il medico, né usare la mascherina per proteggersi dall’infezione. Non ci sono rischi legati al trasporto o maneggiamento di prodotti fabbricati in Cina e non ci sono rischi con i pacchi ricevuti dalla Cina perché il coronavirus non sopravvive a lungo sugli oggetti. Non bisogna avere paura degli animali da compagnia poiché non diffondono il virus. Se si hanno febbre alta e tosse, bisogna contattare i numeri di segnalazione regionale o nazionale solo se si è tornati dalla Cina nelle ultime due settimane o se si è stati in contatto con soggetti sicuramente contagiati."
Quando e come va usata la mascherina?
Perrone risponde: "La mascherina serve solo (a) nel caso in cui si pensi di poter essere affetti dall'infezione, per proteggere gli altri dal possibile contagio, e (b) nel caso in cui si assista una persona sicuramente contagiata. La mascherina può anche essere utile per coloro che assistono malati di tumore in condizioni di immunosoppressione (per esempio durante l’abbassamento dei globuli bianchi causato dalla chemioterapia), ma si tratta di una misura che viene consigliata da tempo e indipendentemente dalla attuale emergenza sul coronavirus."
L'immunoterapia e l'immunosoppressione provocata dalla chemioterapia comportano un aumento del rischio di essere infettati?
Perrone afferma: "E’ ragionevole pensare, per analogia con quanto accade nel caso dell’influenza stagionale, che in presenza di immunosoppressione da chemioterapia ci possano essere più complicanze e che il loro andamento clinico possa essere peggiore."