Come combattere la fatigue da cancro

Come combattere la fatigue da cancro

  • di Redazione
  • 17 Agosto 2020
  • Italia ed estero

Si chiama fatigue, è quella fortissima spossatezza che si prova durante il percorso oncologico che talvolta porta a non riuscire a compiere determinate azioni quotidiane. Purtroppo si tratta di un effetto collaterale delle terapie e non è semplice combatterla, ma l’ ESMO, ovvero l’ European Society of Medical Oncology, ha pubblicato delle linee guida dopo una revisione delle evidenze scientifiche più importanti al riguardo.

Primo autore è Alessandra Fabi, responsabile dell’Unità di fase 1 e Medicina di Precisione dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, e poi Sonia Fatigoni e Fausto Roila, Divisione di Oncologia medica dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Carla Ripamonti e Mauro Guglielmo, SSD Cure di Supporto al Paziente Oncologico della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Il testo, pubblicato sulla rivista Annals of Oncology, vuole essere una guida per gli operatori sanitari, utile ad aiutare i pazienti oncologici prendendosi cura della persona con un cancro, e non solo della malattia, a partire da un corretto riconoscimento della fatigue fino alle opzioni di intervento più efficaci.

Come si manifesta la fatigue?

La fatigue da cancro è il sintomo più comune per i pazienti oncologici di ogni età e con ogni tipologia di diagnosi. Anche se mancano veri e propri algoritmi condivisi, gli oncologi concordano su alcuni criteri per definirla: esaurimento delle energie, bisogno di riposare che non si spiega con un aumento dell’attività svolta, problemi emotivi e cognitivi. Il tutto, per un periodo di tempo prolungato e con un impatto importante sulla qualità della vita sociale e lavorativa. Spesso, riposare o dormire non allevia il malessere. Si calcola che la fatigue colpisca il 65% dei malati oncologici, in due casi su tre in forma severa e per almeno sei mesi. Per alcuni, uno su tre, la stanchezza non se ne va e persiste anche per anni dopo la fine delle cure. Può colpire persone in trattamento o sin dalla diagnosi, anche se le percentuali più alte di pazienti che ne soffrono (80-90%) si contano fra i malati in chemioterapia, da sola o in abbinamento con la radioterapia. 

Si può curare la fatigue ?

E' stato dimostrato che il movimento sia molto efficace per migliorare la stanchezza, la forza fisica e muscolare e può ridurre considerevolmente lo stato infiammatorio, oltre a limitare i vari effetti collaterali. Si consigliano almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica (camminata a circa 5 km/h), cyclette o esercizi a casa, oppure, quando non si riesce, esercizi di rafforzamento e di flessibilità. Inoltre, interventi sul benessere mentale e sulla capacità di gestione delle emozioni, come le terapie cognitive comportamentali, le tecniche di mindfulness, lo yoga, hanno dimostrato di aiutare a ridurre lo stress, la fatigue e la paura, migliorano il sonno, l’umore e la qualità generale della vita dei malati.

Mancano risposte chiare, invece, dall’uso di integratori e prodotti nutraceutici (guaranà, ginseng, astragalo, vischio, carnitina) e da farmaci di vario tipo, dagli psicostimolanti agli antidepressivi