Alimentazione. Non sono un esempio da seguire…

Alimentazione. Non sono un esempio da seguire…

  • di Redazione
  • 12 Ottobre 2020
  • Testimonianze

Marisa Guidetti continua a raccontarsi e ci manda un’altra testimonianza in cui ci spiega il suo rapporto con l’alimentazione. 

Da quando mi hanno diagnosticato il tumore mi è stato consigliato di tutto. Privilegiare frutta e verdura, non mangiare la carne rossa, usare integratori naturali, spezie particolari… lasciar perdere i dolci. Lasciar perdere i dolci! A me! Che il pasto non è finito senza un dolce. Che se ho solo due gelati in freezer corro a comprarli. Che ho sempre Nutella e biscotti in dispensa. Che la prima pietanza che ho imparato a cucinare è stata una torta. Che mi faccio fuori un’intera barretta di cioccolato bianco nocciolato fila dopo fila. Sono sempre stata e sono tuttora al limite del sottopeso, complici anche delle proporzioni fisiche atipiche e un metabolismo fortunato che solo ultimamente è un po’ cambiato. Ma mi è sempre piaciuto mangiare. La sofferenza più grande viene dopo la chemio. La stanchezza, i dolori muscolari e soprattutto la nausea e il gusto alterato che impediscono l’alimentazione. Lo sappiamo bene, non c’è plasil che tenga. Ho fatto chemio che mi hanno lasciata anche dieci giorni a letto, senza riuscire né a bere né a mangiare. Per questo, appena mi riprendo, mi strafogo con tutto quello che più mi piace. Adesso poi, che faccio una chemio alla settimana, tutto sommato ben tollerata, l’ho preso proprio come un rito. 
La sera prima delle analisi e la sera successiva, quella che precede la chemio, ristorante o take away, spesso cinese perché lo adoro. Non disdegno un McDonald's, ma molto raramente perché preferisco altre paninoteche (adoro "Coccodé". Chi è di Assemini lo conoscerà senz’altro). Più spesso opto per l’artigianale ‘caddozzone sano’, hamburger comprato dal macellaio di fiducia con verdure fresche e cotte, il tutto cucinato a casa. Qualche volta l’hamburger è di pesce, comprato dal pescivendolo di fiducia ovviamente. Poi la pizza, le ali e i fusi di pollo arrosto e molto molto molto altro... Il giorno della chemio e il successivo sono quasi di digiuno. Non riesco nemmeno a bere acqua, a volte solo un po’ di brodo. Ricomincio con qualche tortellino in brodo e il ‘pasto delle regine’: le uova di quaglia. Poi arrivano la fettina o il pesce con la verdura cotta e, quando ricomincio a bere i miei due litri d’acqua al giorno, allora vuol dire che mi sono ripresa. Da quel momento non mi privo più di nulla!Non sono un esempio da seguire. Come dico sempre: "Non seguitemi. Mi sono persa e mai più ritrovata."