Cosa è il rischio genetico?

Cosa è il rischio genetico?

  • di Redazione
  • 13 Dicembre 2016
  • Il Tumore Ovarico

Uno dei principali fattori di rischio di contrarre un carcinoma ovarico è la presenza all’interno della stessa famiglia (materna e/o paterna) di uno o più casi di tumore del seno o dell’ovaio.

Recenti studi hanno rilevato che il 15-25% dei tumori ovarici sierosi ad alto grado sono di origine genetica cioè sono causati dalla mutazione di due geni: il gene BRCA1 e il gene BRCA2 (BR per breast = seno e CA per cancer = cancro). Tuttavia, più casi di tumore mammario o ovarico all’interno di una famiglia non sono necessariamente indicativi della presenza di una mutazione genetica a carico dei geni BRCA. In tal caso si parla di tumori familiari e il rischio di sviluppare la malattia non è ben quantificabile: è maggiore rispetto alla popolazione generale, ma inferiore se paragonato a quello delle forme ereditarie.

I principali geni responsabili del carcinoma ovarico ereditario sono il BRCA1 e il BRCA2.

I geni sono le unità fondamentali del nostro sistema genetico che hanno il compito di "dirigere" lo sviluppo fisico e comportamentale di tutti gli individui. Vengono trasferiti di generazione in generazione e sono composti da acido desossiribonucleico (DNA).

I geni BRCA1 e BRCA2, scoperti nel 1994 e nel 1995 da un gruppo di scienziati statunitensi, controllano la proliferazione cellulare e il riparo del DNA, agendo da freno sulla moltiplicazione delle cellule anomale, che possono causare l’insorgenza dei tumori (per questo sono chiamati geni oncosoppressori).

Se si ereditano dal padre o dalla madre versioni mutate, cioè difettose, di questi due geni si eredita una perdita della normale azione di freno e di riparo sulla proliferazione cellulare e si diventa più predisposti allo sviluppo di un tumore ovarico.

Le donne portatrici di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 hanno un rischio maggiore di contrarre un tumore ovarico. Nella popolazione generale il rischio di sviluppare un carcinoma ovarico è pari all’1,8 per cento ma questa percentuale di rischio sale sino al 46 per cento nelle donne con mutazione. In presenza di una mutazione del gene BRCA1 il rischio di contrarre il tumore varia dal 39 al 46 per cento mentre in presenza di una mutazione del gene BRCA2 il rischio di contrarre un tumore ovarico varia dal 10 al 27 per cento. Nei casi di mutazione genetica il tumore dell’ovaio può presentarsi in età più giovanile.

BRCA1 e BRCA2 non sono gli unici geni coinvolti nel tumore ovarico ereditario Come detto, il 15-25 per cento dei tumori ovarici sono ereditari. Oltre che per i geni BRCA, anche altri geni possono essere coinvolti. Ad esempio, la mutazione dei geni MSH2 e MLH1 è responsabile della Sindrome di Lynch che configura un rischio aumentato di adenocarcinoma del colon, ma anche di neoplasie dell’endometrio, dell’ovaio, dello stomaco, del tratto urinario, dei dotti biliari. Altre patologie ereditarie associate ad un rischio aumentato di tumore dell’ovaio sono la Sindrome di Cowden e di Peutz Jeghers che coinvolgono mutazioni dei geni PTEN e STK 11.

Il test genetico offre un’opportunità alle donne a rischio di mutazione genetica.

Il problema della mutazione di geni che favoriscono l’insorgenza di tumori ovarici riguarda soprattutto le donne con una storia familiare di tumore o le donne già colpite da tumore ovarico. In questi due gruppi di donne, sottoporsi a test genetico per identificare una eventuale mutazione è un passo importante sia a livello di prevenzione oncologica che di terapia medica.

poiché attualmente per il tumore ovarico non esistono strumenti di prevenzione (come il pap test per il tumore della cervice uterina) o di diagnosi precoce (come la mammografia per il tumore al seno), il ricorso a un test genetico che rilevi la presenza di una predisposizione ereditaria aiuta ad intraprendere programmi mirati di sorveglianza oncologica, compresa la possibilità di rimuovere ovaie e tube, per ridurre l’incidenza della neoplasia. nelle donne già colpite da tumore ovarico, il test genetico consente di orientare la terapia medica verso trattamenti che si sono dimostrati particolarmente attivi in questo gruppo di pazienti. in particolare un gruppo di farmaci (parp-inibitori), si è rivelato particolarmente efficace per le pazienti con mutazione brca1 e brca2.

Esistono precisi criteri per sospettare di avere una mutazione genetica ereditaria.

Ci sono alcuni criteri che permettono di identificare le donne a rischio di mutazione genetica: se nella famiglia è presente tumore al seno o all’ovaio nella madre, nella zia, nella sorella (cioè nei parenti di primo grado), in particolare se si sono manifestati in età precoce, cioè prima dei 50 anni il rischio aumenta considerevolmente.

poichè la predisposizione può essere ereditata sia dalla madre che dal padre, è necessario considerare anche i parenti di secondo grado qualora si sospetti una trasmissione per via paterna.

Con il test genetico è possibile sia prevenire che curare meglio il tumore ovarico

Il test genetico prevede un prelievo di sangue da sottoporre a indagini molecolari molto complesse e sofisticate perché i geni BRCA possono essere inattivati da un numero molto elevato di diverse possibili mutazioni. Il test genetico deve essere riservato ai soggetti che presentano elevata probabilità di avere una mutazione sui geni BRCA1 e BRCA2. Attraverso il test è possibile identificare le donne a rischio per fornire loro sia appropriati programmi di sorveglianza volti alla diagnosi tempestiva, sia possibili opzioni preventive (intervento sui fattori di rischio, chirurgia di riduzione del rischio) sia innovative terapie mediche (farmaci a bersaglio molecolare).

UN TEST GENETICO POSITIVO NON SIGNIFICA MALATTIA SICURA

Un test genetico positivo significa solo che la donna è portatrice di una alterazione nei geni responsabili della predisposizione ereditaria allo sviluppo di un tumore ovarico. Un test positivo non indica che una donna svilupperà sicuramente il tumore: un test positivo dice che vi è una predisposizione genetica che, da sola, però, non è sufficiente per dare origine a un tumore (perché insorga un tumore devono intervenire anche altri fattori di tipo individuale e ambientale). La positività del test rende più consapevoli della propria suscettibilità di sviluppare un tumore ovarico e consente di partecipare più attivamente alle decisioni inerenti la propria salute.

UN TEST GENETICO NEGATIVO NON ESCLUDE DEL TUTTO LA POSSIBILITÀ DI SVILUPPARE UN TUMORE

Se si appartiene ad una famiglia in cui è già stata identificata una specifica mutazione di BRCA1 e BRCA2, il test negativo indica che non si è ereditata questa alterazione e quindi non si ha un aumentato rischio di sviluppare un tumore ovarico. Tuttavia questo non esclude la possibilità di sviluppare un tumore del seno o dell’ovaio. Infatti una donna non portatrice di alterazione BRCA1 e BRCA2 ha lo stesso rischio della popolazione generale di incorrere in queste forme tumorali.
 

Fonti

ACTO ONLUS - Alleanza contro il tumore ovarico

AIRC - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro