Un anniversario particolare

Un anniversario particolare

  • di Redazione
  • 10 Maggio 2018
  • Il peso della determinazione

Continua l’appuntamento bisettimanale con la rubrica curata da Sonia Aresu, una nuova riflessione per voi: 

Mai e poi mai  avrei pensato che raggiunta la soglia dei trentatrè mi sarei imbattuta in un tumore. L' ho sempre vista come un' ipotesi remota, il cancro non poteva colpire me, ero giovane e forte! Ed invece, sono passati ormai quattro anni da quel giorno soleggiato dei primi  di maggio in cui mi dirigevo all' ospedale per il ricovero preoperatorio. Ricordo che feci il mio ingresso in reparto talmente piena di rosari, bracciali, croci ed amuleti che neanche il mago Otelma avrebbe osato tanto, ma si sa, in certi casi meglio abbondare con la scaramanzia. Con la solita curiosità che mi caratterizza, chiesi il motivo per il quale dovessi stare ricoverata un' intera settimana prima dell' intervento, la risposta fu categorica: "Vogliamo assicurarci che lei faccia al meglio la dieta." Si presero talmente cura di me che persi sette chili in sette giorni.  La permanenza in ospedale fu come una specie di vacanza durante la quale ho stretto delle amicizie che durano tuttora, ho anche pianto, ma ho riso pure tanto. Piansi perché non sapevo a cosa andavo incontro e, non so se sia stato per via della morfina, risi talmente a crepapelle che rischiai di far saltare i punti. Per la verità, qualcuno saltò. Portai in corridoio un po' della mia allegria, feci pure uno scherzo ad una timida e dolcissima vicina di stanza. Appesi un poster di un attore famoso in mutande nella parete della sua camera, quando se ne accorse fu contrariata, ma rise e sono certa che le allietai la permanenza ospedaliera. Credo che le risate siano la migliore medicina. Esattamente l'otto maggio del 2014, sono stata operata, proprio il giorno, non so se sia il destino, in cui ricorre la giornata mondiale sul tumore ovarico. È passato del tempo e mi vengono in mente tutte le anime belle che ho incontrato durante questi anni alcune delle quali, purtroppo, non ci sono più, occhi e sorrisi che davano speranza nonostante la sofferenza. Voci e risate che risuonano ancora e che non potrò più risentire, ma che porterò tatuate nella memoria. Ed è anche grazie a loro che continuo ad essere qui ed è anche per loro che non voglio smettere di sperare.