

La signora Sfortuna
- di Redazione
- 13 Febbraio 2020
- Il peso della determinazione
Torna l'appuntamento bisettimanale con la nostra Sonia Aresu e la sua appassionante rubrica "Il peso della determinazione" che ci racconta una nuova avventura
La vita è come un lancio di dadi, comunque venga fatto il tiro, il risultato sarà sempre imprevedibile. Potrà essere un numero positivo che dia vita ad un percorso senza intoppi o un numero nefasto pieno di ostacoli. Gli inconvenienti possono essere legati a vari motivi: ad una malattia, ad un abbandono, ad un dolore immenso oppure semplicemente a lei, la iella. Si, perché, ogni tanto, ci si mette pure lei ed è inutile che facciate ogni calcolo in modo tale che tutto vada per il verso giusto, perché avrà sempre l'ultima parola. La signora Malasorte, meglio conosciuta col nome di Sfortuna è una donna di un'età indefinita. Ama vestirsi di nero e porta un cappello a falde larghe e grandi occhiali scuri. Si trova in ogni dove con i suoi tacchi alti, per meglio scorgere l'angolazione da cui colpire.
Le prime volte l'ho incontrata durante l'infanzia, quando giocavo in modo spericolato e mi "spistiddavo" negli angoli più improbabili della casa e lei era sempre al mio fianco. Anche durante l'adolescenza premurosamente, si assicurava che anche la più piccola possibilità di riuscire bene in qualcosa sfumasse tanto che mi sono abituata a vivere in sua compagnia. Crescendo quando mi accorgevo che le cose stavano andando troppo per il verso giusto, iniziavo a preoccuparmi, non vedendola nei dintorni, ma non ha mai tardato a ritornare. Anche durante la comunicazione della diagnosi di tumore Madama Sfiga, poggiava la mano sulla mia spalla, in effetti ho avuto un tumore ovarico diverso e più complesso rispetto ad altri. Ma sono felice così perché sono diventata quella che sono: una donna autoironica che cerca di cogliere tutte le sfumature della vita, positive e non. Pensate che al giorno d'oggi la superstizione sia superata? Secondo me no, anche se per alcuni essere superstiziosi è sintomo di ignoranza, sotto sotto anche loro toccano ferro per fare gli scongiuri. In fondo è un modo come un altro per esorcizzare ciò che va storto senza dover per forza soccombere nella rassegnazione del fato.