

La scusa di un caffè
- di Redazione
- 1 Marzo 2018
- Il peso della determinazione
Si ripete l’appuntamento del giovedì con la rubrica bisettimanale curata da Sonia Aresu
Credo che di più terapeutico di un caffè con un' amica ci sia solo una seduta dall' analista. Un caffè in buona compagnia ti dà il pieno di serotonina per due motivi: primo perché funziona più di un antidepressivo, secondo perché costa pochissimo.
Con la scusa di un caffè ci si incontra per scambiarsi le ultime news, le confidenze e vivere le avventure rocambolesche che ogni tanto capitano. Ci sono giornate in cui un caffè rimarrà indelebile. Magari come quel caffè bevuto insieme all' amica che ti ha confidato di volersi sposare e di volerti come testimone. E quell' altro caffè, andato di traverso dalla gioia, quando ti ha detto di aspettare un bimbo. Un altro caffè che ti ha salvato dal prendere una decisione troppo affrettata. Quel caffè a cui non si sa rinunciare perché è un rito. Ricordo ancora, il giorno che abbiamo preso quel caffè durato una vita, dal sapore amaro soprattutto quando le ho detto di avere un tumore. Il dolore nei nostri occhi, le lacrime che sgorgavano senza che ci curassimo delle persone accanto, un silenzio a tratti che riempiva la paura. Il terrore però non ha fermato le mia voglia di vivere e la sera stessa pianificammo una gita fuori porta perché non dovevamo regalare altro spazio allo scomodo intruso. Quel caffè, lo ricordo ancora con tenerezza, è stato un raggio di sole in una giornata dolorosa ed ha rappresentato l' inizio della mia lotta contro il tumore, la pazienza di resistere ed il volermi bene, andando avanti, pensando positivo.