Finché c'è l'arte c'è speranza

Finché c'è l'arte c'è speranza

  • di Redazione
  • 10 Settembre 2020
  • Il peso della determinazione

Frizzante, spensierata e profonda, la nostra mitica Sonia Aresu si racconta in questo nuovo appuntamento della rubrica "Il peso della determinazione"


Quante volte vi è capitato di pensare di esser troppo grandi per mettervi in gioco? Sicuramente spesso. Invece dovreste smettere di rimandare e provare a lasciarvi andare in qualcosa che avete sempre sognato di fare. Nei racconti precedenti, ho fatto poche volte riferimento al laboratorio teatrale che frequento da due anni a questa parte, forse perché le cose belle si vivono e non si raccontano. Il mio primo approccio con la recitazione l'ho avuto durante l'infanzia nell'oratorio della Chiesa. Mi venne affidata la parte della matrigna di Cenerentola, certo, perché all'età di otto anni, chi avrebbe avuto una voce come un trombone se non io? Il portamento fiero da "sbertidora" (già all'epoca ero leggermente robusta) mi fece fare un figurone. Ho iniziato a frequentare il laboratorio teatrale dedicato alle pazienti oncologiche dopo l'invito di una cara amica e da quel momento è stato amore a prima vista. Infatti successivamente mi sono iscritta ad un altro laboratorio teatrale e posso affermare che mi ha cambiato la vita: il teatro è una medicina, ma di quelle che assumi volentieri perché sai che ti farà stare bene, prende in prestito le paure e le debolezze trasformandole in punti di forza. Durante il periodo di quarantena il mio punto fermo erano loro, i miei maestri Antonello e Fabio del Teatrodallarmadio, lontani fisicamente ma uniti dallo schermo di un PC, che hanno preso per mano i loro allievi conducendoli in un mondo magico, lontano dalla realtà. Sono riusciti nell'intento, seppur di un paio d'ore, a cancellare il terrore della reclusione. Purtroppo il coronavirus ha dato un colpo di grazia al settore dell'arte, che non essendo tutelato, ora cerca piano piano di rialzarsi, ma con molte difficoltà. Non è un momento facile per molti ma il mondo degli artisti è stato quello tra i più penalizzati e se l'arte è per molti l'armonia dell'anima bisogna sostenere la categoria. D'altronde l'arte, la musica, il teatro e lo spettacolo rappresentano un arcobaleno di emozioni e sensazioni e con ciò voi sareste in grado di vivere un mondo senza colori? Io no.