L’Olocausto dell’anima

L’Olocausto dell’anima

  • di Redazione
  • 20 Giugno 2018
  • Il Diario di Rosy ... Abbi cura di splendere

Ritorna l’appuntamento del  mercoledì con la rubrica curata da Rosalbina Gencarelli

In questi periodi di dolore e fatica, di violenza morale e fisica ho potuto dare una sola definizione a ciò che si è preso la mia vita attraverso una guerra interna ed esteriore: l’olocausto dell’anima. Mi ricorda la cattiveria che subirono gli ebrei, la loro perdita di peso, i capelli tagliati, i denti tirati, persone che morivano di fame e a cui veniva intaccata la dignità. Il cancro per me assomiglia molto per la sua ferocia e brutale presenza a ciò che è stato il male più grande dell’uomo. E anche il cancro è comunque un male provocato dall’uomo. Cambiano solo le responsabilità, perchè la malattia non considera differenze di colore, razza e odore. Ho sentito l’umiliazione dell’anima nel mio silenzio, nel lottare quando lo specchio rifletteva una me che non aveva più nulla di ciò che ero, dagli occhi, allo strappo di capelli, agli organi e a tutto ciò che noi malate subiamo a causa di questa piaga. Non sopporto che nel 2018 ci curino ancora con i medicinali di trent’anni fa e che le persone continuino a morire. Sono una donna allegra, ma quando scrivo lo fa la mia anima. Potrei raccontare tanti fatti, ma il più delle volte sento che il cuore ha bisogno di parlare delle mie emozioni. E nonostante viva a pieno la vita, anche ora che sto meglio sento che mi affianca questa grande ombra che non mi abbandona mai. Ogni giorno è un lavoro dirsi: "Rosa la morte fa parte di ognuno di noi, non avere paura, lotta e accetta la volontà di Dio". Ma tremo perchè quando con la mano sfioro il viso sento la pelle fresca e pulita di chi ancora ha vissuto troppo poco e accettare è difficile. Ora la mia vita è fatta di due realtà: io e lui. Ho sempre amato il gelato al cioccolato e ci rinuncio per scelta perchè la testa mi dice: "Tu mangi il gelato e lui mangia te". Perchè il cancro è anche questo, è nel cibo che mangi, nell’aria che respiri...Poi arriva quel momento felice che ti dice "Ciò che è destinato sarà" e allora sgarro. Ma il tumore è sempre lì, che osserva.

Lo so è uno scritto un po’ duro, forte, ma ci sono dei momenti in cui vorrei poter far capire ciò che sento e so che molti che leggono, purtroppo, sanno di cosa parlo. Allora mi sento meno sola in questa battaglia per la vita