Ritorna il profondo appuntamento del mercoledì con la rubrica curata dalla nostra amica Rosalbina Gencarelli

La settimana del mio incontro con la vita è passata. Martedì scorso sono entrata in quella sala fredda insieme a tutte le mie ansie e speranze. Quando faccio la tac il mio respiro è sempre affannato e, lì sotto, più che pregare, non so che altro fare. Trattengo il fiato, poi mi rilasso con il liquido di contrasto che entra in circolo. Quando finisco il mio unico pensiero è scrutare il viso dei tecnici perchè dalla loro espressione mi rendo conto se l’esame è andato bene o no. E grazie a Dio la mia tac è negativa. Sono felice, mi prendo il mio tempo, me lo godo e spero vada sempre così nei miei sogni più belli. A me non fa paura il coronavirus, ma il fatto che possano chiudere gli ospedali per via della quarantena,; questo significherebbe negare a me e altre pazienti oncologiche la possibilità di svolgere alcuni controlli salvavita, perchè un nostro esame non è futile ma è un incontro con la vita