… Lo Spirito materno del Natale

… Lo Spirito materno del Natale

  • di Redazione
  • 17 Dicembre 2018
  • I Mille Colori di Fausta

Ritorna il lunedì dedicato alla rubrica "I mille colori di Fausta" curata dalla nostra amica Fausta Giorgia Mascia che ci regala un racconto immerso nella magia del Natale

E’ una fredda giornata di Dicembre, nonostante la pioggia della scorsa notte e il gelo e il vento diano alla mia città un manto grigio, io ho deciso di uscire. Mi sento stanca, non percepisco il "Natale" (seppure lo abbia sempre amato) ma ho nel cuore il desiderio di comprare dei doni per i miei cari.

Entro nella vecchia Iglesias: qui le case si sporgono tanto che sembra quasi che vogliano darmi il benvenuto memori che io, da bambina, vi ho vissuto. Più precisamente ci abitava la mia adorata nonna paterna. Ricordo che mi piaceva camminare sulle strade popolose e bagnate d'inverno sulle quali le pozzanghere diventavo lo specchio della strega o ostacoli da superare giocando con le amiche, diversamente, nel periodo estivo, come bimba "indisciplinata" mi toglievo i sandali e camminavo scalza sui ciottoli caldi.

La casa di nonna aveva la struttura tipica delle abitazioni sarde dell’epoca: un cucinone con una lunga "mesa" (tavola), sedie impagliate per 12 persone, un grande forno ed un argano che faceva scorrere il filo per stendere la biancheria nelle giornate invernali, quando nonna non poteva adagiare fuori i tessuti pesanti questi pendevano dall'alto del soffitto dell'immensa cucina levando, mentre asciugavano, l'eccesso di calore del forno a legna e dei fornelli con la carbonella perennemente accesi. Nella casa di nonna Beppina, vi dicevo, io sono stata una bambina felice. La sua dispensa era per me come una scatola di cioccolatini: vi erano i cibi che lei preparava con ricette antiche e così buoni da averne ancora in mente il profumo e il sapore. Per lei era molto importante che chiunque entrasse in casa avesse una buona accoglienza e preparare il cibo da offrire era quasi un gesto sacro di amore e rispetto.

Io ero la prima nipote, la figlia di Nino, il primogenito che per la morte prematura del padre si era accollato le responsabilità verso la famiglia ma soprattutto ero "io": aveva sempre un gesto gentile per la sua nipotina ed io sentivo che per me aveva una certa "predilezione" che mi dava un grande senso di sicurezza e felicità. L'ho molto amata, e mi manca ancora.

La bella vecchia casa della mia infanzia eccola qui davanti a me in forma diversa ma uguale nel cuore. In queste viuzze, dove le case sono state vendute, ristrutturate la mia anima vive ancora dolci ricordi!

Molte cose sono cambiate da allora e soprattutto mancano le seggioline di paglia fuori dalle porte al tramonto dove si sedevano gli abitanti al calar della notte per raccontare tante belle storie…

Oltrepasso questo stadio caro al mio cuore, che nel ricordare si è ricaricato di eventi felici che mi apparterranno per sempre e cammino lentamente per tornare a casa. Non ho trovato i regali che cercavo ma ne ho trovato uno per me: ho sentito le emozioni di un tempo e soprattutto quella "spensieratezza" che solo una bambina "prediletta" può vivere. Rientrando nella cd nuova Iglesias ritorno nel presente con in mente la piccola Fausta con una treccia diversa dall’altra (nonna in tarda età era divenuta ipovedente) ma fatta con tanto amore da una nonna che vedeva la vita con lo spirito del Natale, lo spirito del dono …

Che lo "Spirito del dono" vi conceda ciò che da tempo aspettate …