L’ora del Lupo

L’ora del Lupo

  • di Redazione
  • 31 Dicembre 2018
  • I Mille Colori di Fausta

“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto.” (Santa Teresa D’Avila)

La nostra amica Fausta Giorgia Mascia colora il lunedì regalandoci un nuovo racconto per la rubrica "I Mille Colori di Fausta"

Non ci credo più! Non puoi crederci quando vedi una cittadella fortificata come il Businco e sai che lì giovani, adulti ed anziani combattono e soffrono per la vita! Il buio compatto della sera viene forato dai lampioni opachi di umidità e pioggia. Si sta avvicinando la notte: nonna la chiamava "l’ora del lupo", diceva che durante queste ore che vanno dalle 20:00 alle 04:00 bisogna stare a letto ben coperti e permettere al buio di fare il suo corso. Cara nonna che rendeva fiabesca ogni giornata con qualche storia particolare. E così ho incominciato a fantasticare, sognare, scrivere e pensare ad un mondo bello dove chi ti ama è capace di proteggerti dalle tenebre poi il patatrac della vita reale dove non c’erano più i miei nonni e i miei genitori a proteggermi ma ad essi erano subentrati mio marito e i miei figli: Signore quanto li amo! Senza di loro sarei sprofondata nell’inerzia della rassegnazione! In questi giorni mi sento molto stanca: forse la chemio, così lunga per un fisico già provato o forse una giusta risposta dopo tanto dolore. Vorrei essere vissuta ai tempi di mia nonna dove il suo ruolo di moglie era immutabile, una vita con il contenuto stabilito che non lascia spazio a dubbi e paure. Lei stessa affrontò il cancro ma con una "diversa lettura": non ho memoria della sua paura ne di un corpo "deprivato" ma solo della sua serena accettazione della "volontà di Dio". Devo prendere un’altra medicina: mi sento quasi come una donna invisibile che vive e lotta con il
suo dolore e che osserva la vita dai vetri di una stanza. Ciò che ho vissuto prima non mi è di aiuto in questo momento anzi mi ferisce perché mi sento privata della mia libertà senza nessuna colpa. Un tempo ritenevo che la cultura mi avrebbe aiutato ad interpretare meglio la realtà e a risolvere i problemi oggi credo che forse vivrei meglio il mio stato attuale se fossi "semplice": so che sto male e devo percorrere certi itinerari obbligati, "ascoltare il mio dolore" come si legge nei manuali non risolve il problema ma lo incrementa, e in sintesi non esistono "fiabe" capaci di eliminare quel senso di smarrimento, impotenza, vuoto che ora mi pervade …
Quale fiaba potrei creare per la bambina che ormai non sono più? Sto vivendo l’ora del Lupo: una lunga notte dell’anima e il sapere che anche i grandi santi l’hanno attraversata non mi da alcun conforto. Devo solo aspettare che essa passi poi, ancora una volta, io mi alzerò per percorrere le strade della vita …