Stati d'animo

  • di Redazione
  • 1 Giugno 2020
  • I Mille Colori di Fausta

Un altro delicato racconto della nostra amica Fausta Giorgia Mascia che ancora una volta ricorda il suo bene più prezioso: la famiglia

Sono le 18:00, mi sveglia il trillo del telefono: è Eva. Realizzo che anche questa settimana è puntualissima per il mio racconto per cui… inizio a dettare. Stamane mi sono svegliata tardi e un bel Sole riscaldava tutta la casa. Con un flashback prendo atto, ancora una volta, che il mio passato è stato bello: pieno di incognite ma colmo d'amore. Domani devo andare all'ospedale per il solito controllo e il prelievo per cui so che entrerò in panico pur non avendone motivo.

In questo periodo sto benino tranne che per la deambulazione: è ancora molto incerta. So che sarà lunga ma passerà: passeranno le cose belle, passeranno le cose brutte e tu diventi il solo testimone di ciò che hai vissuto e che vivi perché puoi anche condividere la felicità ma il dolore è come un muro di cocci al quale ti aggrappi tu sola.

So di essere ingiusta perché nella mia vita ho sempre avuto punti fermi di riferimento affettivo: Carlo e i miei figli. Nonostante ciò, quando sto male, la mia mente conscia mette intorno a sé una desertificazione: soffre anche se sorride e cerca di dare quel poco di buono che riesce. Come ho detto prima sono cose che passeranno, come passerò io, ma ammetto che ho avuto due mesi felici per l'amore dei miei figli e di Carlo. Il dolore resta in sordina e ascolta consapevole di essere svantaggiato rispetto a questi miei appoggi e so che posso sconfiggerlo con la mia falange greca, dietro i cui scudi, poderosi, ci sono ciascuno dei miei figli e Carlo. È difficile da spiegare ma come una roccia saldamente ancorata allo scoglio io sono ancorata alla vita, da quattro ganci potentissimi: i miei familiari.

Il tempo è passato e il Sole sta tramontando a ovest; qui a casa non arrivano rumori né voci. La mia casa è la culla nella quale mi sento protetta e amata e, pur con i miei disagi, è l’ unico luogo nel quale io mi muovo felice. Sono serena e mentre parlo con Eva penso a domani ma ci penso con distacco anche se le mie gambe, anchilosate, saranno un bel problema! Ciò nonostante con Carlo al mio fianco ce la farò anche questa volta, ce la farò sempre!