Ritorna l’appuntamento del lunedì con l’emozionante rubrica curata dall'amica Fausta Giorgia Mascia

Quando mi hanno dimessa dal Businco per la seconda volta sono andata nella camera di Agostina per salutarla: la rosa bianca, un bocciolo che le avevo regalato, si era trasformata in un fiore grande, aperto, bellissimo, curato dalle mani amorevoli di Mafalda e delle sorelle. Cosa non trasforma l'amore! Ho salutato chi ho potuto e, come in un flashback, ho rivisto la notte precedente: luci soffuse, medici che si alternavano, infermiere, in un mondo notturno ma sempre efficiente. Ho capito che qualcuno non stava bene. Per discrezione non ho chiesto ma…ho pregato e ho pensato quanto dolore si vive e si condivide in un reparto ospedaliero. Eppure, noi pazienti, rimaniamo limpidi, pieni di sogni per il dopo anche se esso è effimero come una tenue fiammella. Mi scuoto. I miei sono venuti a prendermi. Getto uno sguardo al settimo piano del Businco: è sempre lo stesso… Nonostante ciò io ho sofferto ma anche vissuto, ho sperimentato e compreso il dolore altrui, l'ho consolato pur nel mio stato perché ero la più anziana e dovevo per forza dare speranza a tante giovani spose e ragazze. Mio Dio quanto dolore ma grazie per la speranza che ogni giorno costruivi per me per regalarne anche ad altri! Ciao Businco, ciao meravigliosi medici, ciao alle mie ragazze infermiere e Oss impareggiabili. Vi voglio bene! Torno a casa esausta e accigliata ma … un pezzetto del mio cuore è rimasto là con chi soffre e con coloro che lavorano con questi dolori…