

L’Angelo
- di Redazione
- 26 Ottobre 2020
- Ascoltare, meditare e amare
Nell'appuntamento bisettimale con la rubrica curata da Donatella Uda il pensiero della nostra amica si posa su un Angelo
Sin da quando ero bambina "buttavo" su un foglio di carta tutto ciò che mi portavo dentro e questo mi faceva stare meglio. Ho pensato a ciò che potevo comunicare e gli argomenti potrebbero essere tantissimi e diversi, poi… Ho deciso ed il mio pensiero è stato: "Vorrei scrivere su un Angelo". Mi sono chiesta diverse volte a come sarebbe bello poter essere un Angelo anche su questa terra!!! Poter proteggere, poter guidare, poter confortare, poter essere accanto a chi ha bisogno; un'anima buona, generosa, altruista e pura. Da quando mi sono ammalata ho incontrato nel mio cammino donne meravigliose, amiche provate dal dolore non solo fisico ma anche psicologico. Ritengo e considero che non sia importante il tempo che si trascorra insieme, ma la qualità del tempo che ci dedichiamo anche con un semplice e sincero messaggio che ci dà modo di condividere le simili situazioni in cui ci troviamo. Io vorrei parlarvi di Lei ... Della mia bambina (così la chiamavo io), del mio meraviglioso "Angelo" di nome Laura. La incontrai la prima volta mentre ero seduta sopra la mia comoda poltrona color arancione, la mia "amica" chemio faceva il suo dovere per ore, Lei entrò in stanza con il suo fidanzato, dolcissima, con un meraviglioso sorriso, accennò solo poche parole che mi colpirono: "Ho il cancro, probabilmente non potremmo avere figli, ma insieme li adotteremo… Ci sono tanti bambini bisognosi d'amore!" Certi discorsi ti spiazzano anche se sei consapevole di quante situazioni noi donne viviamo e non trovi subito le parole "adatte" se così le vogliamo chiamare come: coraggio, forza, conforto ma soprattutto SPERANZA, a chi in quel momento ha bisogno, un bisogno indescrivibile di essere tanto stretta in un abbraccio e di sentirsi dire: "Andrà bene, vedrai! Sei in buone mani. Abbi fiducia, non preoccuparti" e una litania di parole che vengono dal profondo del tuo cuore per incoraggiare e sostenere una ragazza di soli 25 anni, innamorata, e, come la maggior parte delle donne, con il sogno di diventare madre. Un duro colpo ma non era il primo purtroppo. Laura aveva già sofferto tantissimo tempo prima quando aveva provato la "paura" di poter perdere improvvisamente la sua meravigliosa mamma, il suo "Mito" così mi diceva sempre e per il suo 25° compleanno aveva ricevuto un regalo che mai vorresti ricevere in tutta la tua vita, un regalo chiamato CANCRO; proprio quando aveva deciso di riprendere la sua vita in mano, d'iscriversi all'Università nella facoltà di Economia, diventare una brava navigatrice accanto ai piloti di auto, lavorare come tornitrice al fianco del suo meraviglioso babbo, quel babbo che, quando lei e i suoi due fratellini erano piccini, tornava a casa da lavoro per dare la buonanotte, anche se si trovava nel punto più lontano della Sardegna, lontano da casa anche viaggiando per ore e ore. E così ha fatto tante volte dalla sua città, Nuoro, lontana da Cagliari per accompagnare la sua bimba all'Oncologico… Quel suo papà sperava che capitasse lo stesso di quando era bambina e aveva la febbre alta, bastava star lì accanto a lei sin quando non si riprendeva e diventava il vulcano di sempre, lo sperava, sperava tanto di rivedere quel vulcano dopo ogni terapia... Laura mi chiamava e parlavamo per ore, mi scriveva messaggi che mai cancellerò, ha fatto tante terapie: radio, chemio, brachi e intervento chirurgico per abbattere quel brutto "regalo" che lei e nessuno avrebbe mai voluto, ma niente, niente sembrava riuscisse a sconfiggere minimamente ciò che aveva dentro e quando iniziarono a comparire quei forti dolori con lei era sempre presente il suo amatissimo fidanzato. Avevano deciso di prendere insieme una casetta per poter realizzare il loro sogno di vivere accanto, per condividere amore, studio, lavoro e desideri racchiusi dentro quei cuori, anche se offuscati dal dolore per la malattia… Ma lui,con dolcezza, si prendeva cura di lei in tutto e per tutto, sentiva e vedeva il dolore della sua amata, ma non potevano da soli, con le loro forze, combattere ciò che il "gigante" provocava.
Laura aveva bisogno di tornare nella sua città, nella sua adorata casa, ritrovarsi tra le mura della sua cameretta tenuta stretta dalle braccia della sua meravigliosa mamma, coccolata dal suo babbino e aveva bisogno di vedere i suoi fratellini che "STRAAMAVA "..Tutti impotenti davanti a dolore e devastazione senza riuscire ad alleviare minimamente tutto ciò! Laura era una roccia, tosta, dotata di grande forza, coraggio e determinazione, sensibile e con un immenso amore per la vita. Sino alla fine la mia bambina mi diceva: "Mi fa male vedere quanto coloro che amo soffrano per me, vedere i loro occhi gonfi di lacrime che non vorrebbero mostrarmi ma io preferisco che sia io ad avere tutto ciò. Non è facile, sono stanca ma mi riprenderò piano piano... vero?" Ma quei dolori erano sempre presenti nonostante ogni attimo della sua giornata viaggiasse con la morfina, con i puff e antidolorifici che non attenuavano quella devastazione fisica e psicologica. Dopo un anno, poche settimane prima del suo 26° compleanno, si attende il trasferimento dall'hospice di Cagliari a quello di Nuoro. E mentre prima di partire mi trovavo accanto a lei e accarezzavo quel viso dolcissimo e sofferente, le sue parole sono state: "Ho tanta paura, ma mi riprenderò vero?" "Sì amore mio, ti riprenderai … vedrai!!!" Ci ho sperato sempre !!! Sino all'ultimo speravo in un miracolo, ma il mio amatissimo Angelo si è addormentata dolcemente, piano piano senza sentire più quei fortissimi dolori, se n’è andata serenamente la mia bambina, la mia dolce Laura, il mio GRANDE ESEMPIO DI VITA.Laura non è riuscita a spegnere quaggiù le sue 26 candeline, ma i suoi genitori, i suoi fratelli, il suo fidanzato, gli amici hanno festeggiato come a lei sarebbe piaciuto, tutti insieme, uniti e così insieme hanno alzato i calici al cielo per ricordare Laura, la nostra meravigliosa perla preziosa.