Una storia lunga, l'avventura prosegue...

Una storia lunga, l'avventura prosegue...

  • di Redazione
  • 21 Aprile 2020
  • Rita, poesie e non solo

Quarto appuntamento con la magica Rita Meleddu che ci sta raccontando la sua esperienza ospedaliera durante il Covid-19. La conclusione, nella prossima puntata!

Riguardo l'avventura ospedaliera, eravamo rimasti a quando ero arrivata in ospedale, dove ero stata presa in carico da un infermiere, anche lui equipaggiato come il medico e l'infermiere che mi hanno accompagnata con l'ambulanza.  Non vengo fatta accedere ancora al pronto soccorso però, anche se era libero, ma in un'altra stanza, nella parte opposta al pronto soccorso. Anche questo infermiere mi fa alcune domande, non permette a nessun'altra infermiera di entrare in questa camera, sempre per la paura del Coronavirus, si fa lasciare tutto l'occorrente per farmi i prelievi di sangue, su un carrello fuori dalla camera e anche lui come già aveva fatto il medico del 118 quando è venuto a prendermi, mi fa presente il fatto che non ha certo l'abbigliamento consono o adatto a contrastare questo virus malefico, e io potevo anche essere contagiata visto i sintomi che avevo.  

Comincia dunque a farmi i prelievi dopo avermi posizionato l'ago cannula sul braccio, non ricordo se mi ha controllato la pressione, passa così un bel po' di tempo, poi arriva il medico del pronto soccorso, anche lui mi fa qualche domanda, poi decide di trasferirmi al pronto soccorso. Gli spiego la mia situazione di malattia e mi guarda un po' sbalordito, sono sicura che ha pensato che non potevo essere così malata se ero così vivace, o almeno abbastanza vivace. Ma io che stavo praticamente seduta sul lettino e non sdraiata,  avevo l'ossigeno, stavo bene, cioè stavo bene in quella posizione, questione di fare due passi non se ne parlava neppure, e per quello che davo l'impressione di stare meglio di quanto stessi effettivamente, e la parlantina non mi mancava, anche se non potendo respirare bene, faticavo un po' a parlare, ma questo non mi impediva certo di dialogare col medico, anzi, credo di averlo anche un po' stordito con le mie spiegazioni. Purtroppo essendoci tanta malattia dislocata in ogni dove, devo necessariamente dilungarmi. Nel frattempo arrivava l'esito degli esami del sangue, che erano abbastanza buoni tutto sommato, dice il medico, ma poi me ne farà fare altri più specifici, in base ai sintomi che gli ho descritto. Dopo di che mi fa un'ecografia addominale, ma non mi dice granché, rimane sul vago, e alla mia domanda  se ha visto qualcosa (di strano intendo), mi risponde dicendo che quella è un'ecografia che serve a lui per valutare il tutto.

Bene, chissà cosa avrà visto, avrò sempre il dubbio, ma tanto, peggio di come sono messa... Ricordo che appena gli ho detto come ero combinata, e però non avevo ancora fatto certi esami diagnostici dopo dei quali si sarà convinto,  aveva messo il dubbio dicendomi: "se è vero quello che mi sta dicendo..." , al che io avevo risposto: "E certo che è vero!". Come potevo inventarmi di avere questa bella malattia che rende così felici chi ce l'ha. Magari non ce l'avessi!  Ma credo che avesse qualche dubbio, prima di farmi gli esami, proprio per il fatto che nonostante stessi male, non lo dimostrassi. Dopo l'ecografia è stata la volta della radiografia toracica per osservare i miei polmoni che erano un po' in sofferenza.  Poveri loro e povera io, visto che erano i miei. Un'infermiera mi accompagna in radiologia e ricordo che non riuscivo a sfilare la manica del pigiama, ero arrivata in ospedale così com'ero in casa, già impigiamata, ero molto sudata, per di più avevo già  l'ago cannula, che non permetteva di sfilarmi facilmente il pigiama, l'infermiera era distratta, parlava col tecnico e mi dava le spalle. Solo quella semplice azione mi costava grande fatica, come pure posizionarmi per fare la radiografia.

Ho ripreso ad affannare, e  però siamo riusciti a farla, finita la quale, sono stata riportata in pronto soccorso. Arrivato il referto dopo un po' di tempo il medico mi dice che sì, c'era il versamento pleurico, ma non così importante e tale da farmi stare così male. Devo ricordare che partendo da casa; mi ero portata dietro un po' della mia documentazione clinica, tra cui l'ultima TAC, affinché chi mi avesse visto si facesse un'idea della mia situazione. Ora, fatta l'ecografia, il medico si siede alla scrivania di fronte a me, legge un dischetto al computer e nel frattempo dialoga con me. A un certo punto mi chiede se sono consapevole della mia situazione.  "Certo, rispondo io, so tutto, parlano tutti molto francamente con me, da sempre, non mi hanno mai nascosto niente, mi dica pure".
"La sua situazione non è delle migliori" dice il medico o "la sua situazione è brutta", una cosa del genere insomma, il senso è sempre quello.  Dicevo che mentre leggeva quel dischetto che io immaginavo fosse il mio, mi rivolgeva domande molto pertinenti al mio stato di salute. Descriveva con precisione la localizzazione delle metastasi, perlomeno di alcune, e mi rivolgeva domande, alle quali naturalmente rispondevo. Nel frattempo come già detto,  arrivava  il referto della radiografia toracica, e il medico dopo averlo letto mi dice: "sarebbe ideale avere una precedente  lastra toracica per fare un confronto, ma immagino che non ne avrà una recente". "Vero, faccio io, saranno all'incirca due anni che non ne faccio una"  "Ma avrà fatto una tac nel frattempo" e io "E  certo che l' ho fatta, ce l'ha lei!"  Nell'istante in cui ho pronunciato questa frase,  mi è venuto il dubbio che lui non avesse la mia documentazione.  Infatti se ne esce: "Quale tac?" E io "come quale TAC; quella che ho portato insieme ad altra documentazione". Da quel momento si va alla ricerca della documentazione. Ricerca infruttuosa, non si trova e basta. "Cercate  bene, dico io, deve essere nella camera in cui sono entrata appena arrivata qui"...niente da fare, non si trova e basta.  Io "non ci posso credere che abbiate perso la documentazione, come faccio ora, tutto mi serviva, ma la TAC, col dischetto tengo a precisare, ancora di più".

Ora, io a casa avevo fortunatamente l'originale della TAC, referto e dischetto, ma non mi andava giù che me l'avessero persa, e con lei altri documenti in originale. Ma come avevano fatta a perdemi il tutto? In pronto soccorso c'ero solo io, e il tragitto che dovevano fare i documenti per raggiungerlo era bravissimo... "Provate a guardare nella stanza in cui sono entrata appena arrivata in ospedale...". "No, mi diceva l'infermiera, abbiamo guardato bene, non c'è nulla, ma è sicura che li ha portati? Magari ce li ha suo marito" "Come non li ho portati?  E certo che li ho portati, mio marito è venuto con la sua macchina, dietro l'ambulanza.  La documentazione l'avevo io in grembo. Talmente ho paura di perderla, la tenevo ben stretta, proprio perché ho sempre paura di perderla o dimenticarla da qualche parte, ma quando siamo arrivati in ospedale, l'infermiere dell'ambulanza, li ha presi lui,  assicurandomi che li avrebbe portati lui dentro e consegnati a chi di dovere, cosa che ha fatto perché quando ero ancora nell'altra stanza, ho sentito benissimo la voce dell' infermiere che avvisava che stava lasciando (a chi non lo so), i miei documenti".
"Allora, fa l'infermiera, non li ha consegnati, altrimenti li avremmo trovati, abbiamo guardato dappertutto, ma è sicura di averli portati" Ancora? "guardi, rispondo, sarò malata, ma ancora ci sono con la testa, io ho portato tutto, qualcuno li ha persi".

"Molto probabilmente dice il medico, sono ancora sull'ambulanza, ora cerchiamo di rintracciarla e vediamo.  A furia di insistere dicendomi  che non li avevo portati mi è venuto il dubbio che mi fossi sognata la voce del' infermiere che fuori dalla stanza nella quale mi trovavo, esclamava "Questa  è la documentazione della signora!"
A questo punto,  più o meno mancava un quarto a mezzanotte, si va alla ricerca dell'equipaggio dell'ambulanza che mi aveva portato in ospedale, per vedere se questi fantomatici a parer loro, documenti, fossero nelle loro mani. Ma riusciranno a trovarli?  Equipaggio e documenti intendo, voi cosa dite? Vediamo chi indovina come va a finire, altrimenti,  il finale di questa lunga avventura lo saprete la prossima settimana, e vi prometto che sarà l'ultima puntata riguardo la mia avventura.