Una settimana di relax a Milano

Una settimana di relax a Milano

  • di Redazione
  • 11 Febbraio 2020
  • Rita, poesie e non solo

La nostra magica Rita Meleddu torna con un appassionante racconto della rubrica "Rita, poesie e non solo" incentrato sulla trasferta milanese

La scorsa settimana con mio marito ci siamo recati a Milano presso un Centro Diagnostico dove praticano una radiochirurgia non presente in Sardegna. Una tecnica già sperimentata con successo più di 2 anni fa, tornata utile ora poiché la metastasi trattata all'epoca, dopo essere apparsa a lungo moribonda, si è risvegliata e non contenta si è fatta persino affiancare da una nuova. La settimana precedente l'intervento ci siamo recati a Milano per una consulenza per constatare se era fattibile la cosa, poi visionati gli esami che mi sono portata dietro, la dottoressa che mi segue a Milano ha deciso per il sì. Poiché ho pochissime alternative, se non quella di farmi cuocere tutta la testa come un uovo sodo, con danni facilmente intuibili, e forse intervento chirurgico, anche questo immagino non piacevole e anch'esso procuratore di brutti effetti collaterali, quando la dottoressa milanese mi ha detto che avrei potuto ripetere il trattamento Cyberknife, dalla gioia quasi le baciavo i piedi, bisogna essere proprio alla frutta e non avere scelte valide per apprezzare ancora di più le opportunità che ci vengono concesse. 

Questa radioterapia come detto anche in passato tratta le singole metastasi con precisione millimetrica, lasciando intatti i tessuti circostanti, cosa importantissima trattandosi della testa.  La teca cranica è rigida e facendo la radioterapia tradizionale c'è il rischio che i raggi vadano a colpire non solo le cellule da uccidere, ma anche quelle sane. Naturalmente non sempre accade e ci si deve sempre affidare con fiducia ai nostri radioterapisti che sanno quello che fanno. Parlo di questa tecnica perché nel mio caso è quella giusta.  Ho già parlato di Cyberknife in altra occasione ma nulla di strano che tornerò sull'argomento perché vedo che molte persone che potrebbero fruire del trattamento, non ne sono a conoscenza, come accade per le cure fuori Regione e per tanto altro, ed è giusto informare.  Dico sempre che scrivo non per far sapere i fatti miei, tra l'altro poco interessanti, ma per dare informazioni che si possono rilevare utili per chi non le conosce. Io sono sognatrice ma pure molto pratica, consapevole di quello che ho, non conto balle, il cancro è cattivo e uccide ancora, i fiocchetti rosa, i proclami entusiastici di guarigioni sorprendenti e numeri eclatanti, li lascio ad altri.

Ora basta parlare di malattia che viene finanche la noia al solo nominarla, parlerò brevemente di una settimana impegnativa ma allo stesso tempo rilassante. Certo è stata preceduta da molto stress. Due viaggi in pochi giorni da organizzare, il primo è stato massacrante, andati e tornati in giornata, documentazione da portare, cercando di non dimenticare nulla, e questo e quello ma come sempre accade, finalmente arriva il gran giorno e si parte...Io con la mia meticolosità per certe faccende, ero in contatto col padrone della casa che avevamo affitato. Lo avvisavo dei nostri spostamenti, neanche fossimo il Papa in persona; ma sapevo che lui doveva recarsi nei pressi della casa per consegnarci le chiavi e volevo essere precisa, voglio dire non ha senso ed è poco educato dire che si arriva a una tale ora e invece magari si arriva a un'altra. I milanesi poi sono persone molto attive e in genere non amano perdere tempo.
Certo è che con tutte le informazioni che gli ho dato eravamo più tracciabili di un pacco postale. Comunque alla fine degli scambi di messaggi e telefonate varie (meglio abbondare), arriviamo a destinazione,  prendiamo possesso di quella che sarebbe stata la nostra casetta milanese per una settimana e salutiamo il padrone di casa che deve aver pensato: "Non è che ora questa  mi tempesta di messaggi?" no, tranquillo, ma ci avrei pensato l'ultimo giorno al momento di lasciare la casa...

Arrivati, disfare i bagagli, sistemare un po' le cose, rinfrescarsi e uscire è stato tutt'uno. Per prima cosa visita al Centro Diagnostico, che in 2 anni non si era mosso da li, fare un po' di spesa e passeggiare. 
Ma quanto abbiamo passeggiato, ogni giorno dopo la terapia girovagavamo in lungo e in largo, un pomeriggio in un parco abbiamo visto persino uno scoiattolo, che evidentemente abituato alla presenza dell'uomo, si è avvicinato a noi nella speranza che avessimo cibo da dargli e saltato poi velocemente  su un albero alla vista delle mie mani vuote.  Era bellissimo, si arrampicava con destrezza sugli alberi e saltellava da un ramo all'altro. Non potevamo poi  far mancare la nostra visita ai bar del posto. Ne abbiamo frequentati alcuni, e ho mangiato dei dolci buonissimi alla faccia del tumore che ama gli zuccheri e avrà pensato che gli stavo facendo un piacere a ingrassarlo. Pensi pure quello che vuole, io avevo voglia di dolci e li ho mangiati. Certo sono andata a Milano per curarmi, ma si deve sempre unire l'utile al dilettevole. Mi sono sentita quasi in vacanza e ho cercato sebbene per pochi giorni, di lasciare tanti problemi a casa. Vero è che se non ho nulla da fare mi annoio, e allora a casa mi dedicavo alla lettura ma anche alle faccende domestiche, pur non essendocene bisogno, ma stare seduta non fa per me. 

Milano è bella, naturalmente abbiamo visto poco , ma non si può andare a Milano senza visitare il Duomo e dintorni, e quindi l'abbiamo fatto. Insomma, è stata una settimana piacevole, terminata ancora meglio, perché venerdì pomeriggio ci hanno raggiunto dei cari amici di Pavia e abbiamo trascorso una piacevolissima serata insieme. Sabato siamo ripartiti con un po' di nostalgia, Milano mi piace, mi piacciono le persone che la abitano, mi ha colpito l'estrema gentilezza degli operatori del Centro, certo dovrebbe essere la norma specialmente nei luoghi di cura, ma non sempre lo è. Milano mi piace, lo ripeto ancora e come non ringraziarla per questa possibilità che ancora una volta mi ha concesso?