Un' altra ondata di caldo e RobocRita va giù...

Un' altra ondata di caldo e RobocRita va giù...

  • di Redazione
  • 4 Agosto 2020
  • Rita, poesie e non solo

E’ martedì e la nostra Rita Meleddu ci regala un meraviglioso racconto

Mi sono sempre per certi versi paragonata a Robocop, lui era per metà uomo e per metà robot, mangiava gli omogeneizzati, e io pure, quando toglieva il casco la testa appariva calva e somigliava tantissimo a un malato di cancro, ne aveva la faccia tipica. Lui che era stato un poliziotto in vita ed era stato ucciso durante un conflitto a fuoco, alla sua morte degli scienziati avevano preso il suo corpo e aggiungendo dei pezzi robotici avevano creato appunto questa creatura mezzo uomo e mezzo robot ed era stato inventato per scovare i delinquenti e, se fosse necessario, ucciderli. Marphie, questo è il suo vero nome, era un robot, sì, ma conservava tutti i sentimenti umani, pensava spesso alla sua vita passata, alla famiglia e soffriva per questo.  Lui batteva tutti, io purtroppo no, quindi le nostre somiglianze si limitano al mangiare omogeneizzati e alla fisionomia, certo non batto tutti, tanto meno la malattia, ma ce la sto mettendo tutta per ritardare il momento già scritto; faccio il possibile per stare ancora in questo mondo, ma so già che la malattia vincerà, però riconosco a me stessa che le sto dando del filo da torcere, e qualche problemino glielo creo anch'io. So già di chi sarà la vittoria finale, ma non mi sento una perdente perché mi sono battuta con tutte le mie forze, più volte ho ribaltato situazioni molto gravi, nelle quali l'unica a credere che ci poteva essere una soluzione positiva, ero solo io. Spesso ho letto negli occhi di chi mi guardava, medici e no, quale era il loro pensiero, e cioè "questa non ce la fa" . Io dentro di me pensavo "vedrete, vi stupirò anche stavolta, non è ancora la mia ora" . Ora certo non lo so come non lo sa nessuno, ma più si fa la situazione seria, più capisco che può accadere che possa andare via; del resto di qualcosa si deve morire, è che questa malattia è cattivella, e te ne fa d'ogni, quindi si soffre e soffre chi ti sta accanto perché è inerme davanti al dolore di un proprio caro.  

Sono anche fiera di me, se così si può dire, perché in tanti anni di cure, anche stando molto male, non ho mai fatto una telefonata all'Oncologico per parlare con la mia oncologa, ma quando è capitato, me la sono cavata da sola, e quando sono stata molto male, ci siamo recati direttamente in ospedale, talvolta per parlare solo 5 minuti con la mia dottoressa, e talvolta per nulla perché non mi poteva ricevere; ma io sono fatta così, non voglio disturbare nessuno. Lo possono testimoniare anche i medici di famiglia, che si sono avvicendati in questi anni. Per mia fortuna ho avuto sempre medici molto scrupolosi e quando si accorgevano che qualcosa non andava, mi prescrivevano subito determinati esami.  Anche loro, in questi lunghi anni, hanno ricevuto pochissime mie telefonate, aspetto sempre temendo di disturbare e alla fine poi disturbo di più. L'ultima volta, a marzo, stavo malissimo, non riuscivo a respirare, era di domenica ma questa faccenda era iniziata violentemente già da sabato. Eravamo in pieno Covid; quindi ero anche incerta sul da farsi, chiamare il 118 o il nostro medico di famiglia? Sì, era appunto di domenica e il mio medico era libero e a riposo, perché dovevo essere io a rompergli le scatole? Alla fine però l' ho chiamato, mi ha risposto subito, mi sono scusata per averlo disturbato, ma lui mi ha detto che non disturbavo affatto, e sentiti i miei sintomi, uno più brutto dell'altro, ha provveduto subito a chiamare l'ambulanza per portarmi in ospedale, dove poi sono stata ricoverata. Ecco, dovrei aspettare di meno quando mi succede, ma mi conosco e non lo farò mai; non mi piace recare disturbo a nessuno, e credo che rimarrò così. Come ho detto non mi piace disturbare e incaricare qualcuno di fare le cose al posto mio. Per ora me la sono cavata egregiamente da sola, non chiedo favori perché sono orgogliosa, perché l' orgoglio non serve a nulla, e anzi ce lo dobbiamo mettere sotto i tacchi, ma se capita come è capitato rarissimamente, ho sempre ringraziato chi mi ha aiutato; poi magari non sono neppure a conoscenza di favori che mi sono stati fatti, ho molte amiche infermiere, e chi lo sa? Devo dire che forse proprio per il mio non voler disturbare, in ogni reparto che frequento, mi accolgono a braccia aperte, anzi mi sgridano perché non mi sono fatta vedere prima, visto come sono conciata, quando ci sono persone che non hanno nulla o quasi e vanno lì a rompere le scatole continuamente. Conosco molte persone che incaricano qualcun altro di tutto, per fare prima gli esami, per questo e per quello, anche per stupidate.  No, no, preferisco essere come sono. Devo aspettare per una tal cosa? Aspetto!!! E chi sono io, la figlia della gallina bianca? Non credo proprio, allora aspetto.  Certo se mi accorgo come è capitato che qualcuno mi passi davanti, mi da fastidio, ma in genere non dico nulla, trovo inutili e stupide queste piccinerie, contenti loro…

Come al solito divago, e lascio da parte l'argomento principale; ma ora ci arrivo. Come avrete visto e sentito sulla vostra pelle, questa settimana appena trascorsa, è stata una settimana infuocata, con temperature che hanno raggiunto picchi elevati, anche 42 gradi, per di più carichi di umidità e dunque i gradi percepiti erano ancora più accentuati. Ho sempre sofferto il caldo, sin da piccola, quindi non da adesso che sono malata; infatti l'estate non è la mia stagione preferita, l'estate poi porta i gechi, belli grossi e bruttissimi, e io, pur sapendo che sono innocui e anzi mangiano tantissime zanzare in una notte, ne ho terrore, per me possono anche morire di fame e tenermi le zanzare che pure sono poco simpatiche; ma io ho proprio la fobia dei gechi e non posso farci nulla. I miei figli animalisti convinti peggio di me, non vogliono ucciderli, anzi li prendono in mano e se li appoggiano persino al viso, aiuto al solo pensarlo mi sento male. Sono animaletti viscidi, stiano pure fuori, non farò loro alcun male; ma se dovessero entrare in casa, non rispondo delle mie azioni, una passata di scopa se riesco a prenderli, non gliela leva nessuno. Ma torniamo a noi, dicevo che non amo particolarmente l'estate, pur convenendo che come ogni stagione ha i suoi pregi, ma quando porta questo caldo assurdo mi piace un po' di meno...

Mi sta però succedendo una cosa strana ma per me piacevole; in poche parole in queste giornate bollenti non percepivo il caldo sebbene sudassi tanto e mio marito  diceva che il caldo era insopportabile; e io "no, non c'è così caldo io sto bene."  Stavo bene ma poi è arrivato il giovedì bollente e fin dal mattino, come prevedevo, quando le temperature sono così roventi; ho sentito la solita brutta pesantezza alle gambe; piedi gonfi e come l'altra volta, ho cominciato a stare molto male; e sudavo tantissimo soprattutto nella parte destra del corpo, mi succede da un po' di tempo, e non riusciamo ancora a dare una spiegazione, e comunque come già detto, non percepivo tutto questo caldo.

Ero stanca e dolorante; alla fine ho dovuto prendere un antidolorifico. Nulla; nessun beneficio o comunque molto poco. I dolori andavano aumentando e ho deciso di prendere una sorta di anestetico; che ho incluso nei farmaci che fanno parte della mia terapia del dolore. Devo dire che utilizzo pochissimo questo farmaco che si inala, e va usato in caso di episodi di dolore acuto, infatti non ha effetto curativo, ma serve appunto per togliere il dolore acuto momentaneamente.  Dopo l'assunzione di questo farmaco il dolore è un po' diminuito, non dico che stavo bene, ma certamente meglio.  Poi ero seduta in poltrona in salotto e mandavo un vocale alla mia amica Pupa. Io e Pupa siamo famose per i nostri vocali che non finiscono mai; anzi, stanno diventando sempre più lunghi, così capita che ci ascoltiamo, ma essendo i messaggi così lunghi, non ricordiamo quello che ci siamo dette. E allora ci mandiamo altri vocali e non la finiamo più. Dicevo che stavo mandando un messaggio a Pupa ed ero tranquilla. Finisco di mandare il messaggio, faccio per alzarmi e mi rendo conto che, come era già successo qualche settimana fa, c'era stata la prima vera ondata di caldo; non mi reggo in piedi; mi sono appoggiata a un mobile per non cadere a terra e chiamo mio marito che accorre subito spaventato, e mi prende letteralmente in peso procurandosi uno stiramento; io sono pesante, ero a peso morto, e il peso che doveva sostenere era tanto. Ha chiamato mio figlio per aiutarlo, e mi hanno sdraiato sul divano e al solito quando sono sdraiata o seduta; sto bene. Dopo un po' ho provato ad alzarmi e nulla, ricadevo sul divano; ed è dovuto intervenire nuovamente mio marito che mi ha accompagnata in soggiorno e lì mi sono quasi buttata sul divano. A cena ho mangiato giusto qualcosa e verso le 10 mi sono fatta accompagnare a letto e qui sono cominciati i guai; oltre che sudare copiosamente sentivo che c'era qualcosa che non andava. Intanto per tutta la giornata ero stata colta da un' assurda letargia, mi addormentavo continuamente, evidentemente sognavo perché parlavo a vanvera, mi accorgevo che dicevo sciocchezze prive di senso, eppure non potevo fare a meno di dirle. Un'altra cosa strana che mi capitava era che non riuscivo a tenere gli occhi aperti, era come se fossero incollati, non li potevo assolutamente aprire. Verso le 11 anche mio marito viene a letto e gli chiedo di aiutarmi ad andare in bagno. "Certo", fa lui e si posiziona di fronte a me per aiutarmi ad alzare. Faccio per alzarmi ma riesco solo a stare seduta; vengo colta da capogiri; e nausea, facciamo più tentativi ma era tutto inutile, quando cercavo di alzarmi i capogiri tornavano a farsi sentire. Ho dovuto rinunciare ad andare in bagno ma quello non mi preoccupava, mi faceva più preoccupare questo malessere che non mi lasciava...

Dico a mio marito di coricarsi anche lui, tenevo sempre gli occhi chiusi, viene a letto anche lui e io parto con i miei assurdi monologhi, come è successo per tutto il giorno, mi addormentavo continuamente mentre parlavo; ma questo non m'impediva di blaterare di cose che non stavano né in cielo né in terra. Credo che mio marito si stesse seriamente preoccupando, tant' è che voleva chiamare il 118 perché stavo veramente male e dicevo continuamente frasi inconsulte. Io stessa mi accorgevo che dicevo frasi senza senso e lo dicevo pure tra una dormitina e l'altra, ed essendo frequentissimi questi attacchi di sonno; ero fissa a parlare a vanvera. Parlavo di persone che conoscevo, ma erano discorsi campati in aria; ora mi fa ridere tutto ciò, ma il giorno, anzi la notte, no!!! A un certo punto sono caduta ancora di più nella letargia, ho dormito bene tutta la notte, mi sono svegliata alle 7 del mattino e mi sono accorta subito che stavo meglio della notte precedente, ho provato a sedermi sul letto e ho notato che non avevo più capogiri; ma non mi sentivo ancora stabile sulle gambe e ho chiesto a mio marito di aiutarmi ad alzarmi e ad arrivare in soggiorno, anzi in cucina perché una bella colazione al mattino non me la leva nessuno. Ho poi visto che le gambe mi reggevano, e ho detto a mio marito di lasciarmi da sola, ormai non sarei caduta. Lui era un po' titubante e per di più aveva passato una notte insonne, vegliandomi, temendo che io potessi stare male. Povero, lui sveglio tutta la notte e io che invece dormivo beatamente. Sta di fatto che da allora sto molto meglio, vediamo quanto dura, e vi chiedo un parere, ma voi ci capite qualcosa di quel che mi succede? Si accettano consigli e pareri, anche discordanti, siamo in democrazia e abbiamo tutti libertà di espressione, ma davvero vorrei riuscire a capire come mai ogni tanto mi capitano questi episodi non certo gradevoli.