Terapia del dolore: le parole terribili

Terapia del dolore: le parole terribili

  • di Redazione
  • 16 Gennaio 2018
  • Rita, poesie e non solo

Continua l'appuntamento con la rubrica curata dalla nostra magica Rita Meleddu che ci racconta passo per passo le sue terapie. 

Avevo la consulenza a Milano il 6 Novembre e sarei dovuta tornare per fare il trattamento di cyber knife il 14 dello stesso mese. Avevo solo una settimana di tempo e i dolori aumentavano anziché diminuire. Dolori fortissimi e ingovernabili che naturalmente andavano a incidere anche sull' umore. Non puoi fare la spiritosa quando stai male. Come già detto, prendevo fino a dodici compresse di antidolorifici, forti, senza ottenere beneficio.  Neppure un po', anzi con l' assunzione dei farmaci il dolore si incattiviva di più.  Mi pareva di vederlo rivoltarsi dentro il mio corpo. Mi sembrava di avere un serpente che sputava veleno. Ormai il dolore era così forte, continuo e spossante che non pensavo nemmeno più di recarmi a Milano, nonostante fosse tutto stabilito e avessi impegnato un appartamentino per in giorni in cui avremmo dovuto soggiornare lì. Non sapevo che fare. Avevo preso un impegno con la padrona di casa ed era mio dovere assolverlo. Voglio dire se non fossi partita per Milano avrei allo stesso modo pagato l'appartamento. E avrei dovuto spostare più in là il trattamento di radioterapia.  Stavo malissimo.  Il dolore era sordo, profondo, duro e fisso. Mi sembrava di ricevere coltellate. Non riuscivo a respirare bene per la forte costrizione toracica e mi sembrava che i miei organi interni fossero ammassati a stretto contatto l' uno con l'altro.  In effetti era così. La malattia premeva sulle terminazioni nervose provocando questi dolori atroci. Sarei dovuta partire per Milano martedì 14 novembre, ma come fare? Per il dolore, talvolta, facevo dei veri e propri salti e non ritenevo possibile stare immobile senza respirare per un' intera ora di trattamento.
Così il venerdì mi recai di mia spontanea volontà in terapia del dolore da noi al Businco. Non potevo essere ricevuta perché c'era un solo medico e tanti pazienti che stavano male, come me, già prenotati.  Mi sentivo morire.  Il dolore aumentava e aumentava. Riconosco istintivamente quando sta' per arrivare l' ondata più violenta. Sto in allerta come un suricato, ritto sulle zampette in attesa del nemico, o come un soldato di sentinella ad una polveriera. Sempre sul chi va là! Ma non posso fare nulla...
L'infermiera dell' accettazione mi trovò un posticino per il lunedi pomeriggio, ossia il giorno prima della partenza. E nel frattempo? Dovevocontinuare a impasticcarmi con i miei medicinali.  Fino a lunedì...
Non voglio neppure ricordare quanto fossi stata male dal venerdì al lunedi. I giorni non passavano mai come pure i dolori. Finalmente come Dio vuole, arrivò lunedì pomeriggio. Fui subito presa in carico da un medico gentilissimo che mi prescrisse per la prima volta in vita mia, una terapia del dolore. Non mi importava. In quel momento avrei preso pure veleno. Mi istruirono sulla gestione dei farmaci e finalmente vidi un po' di luce in fondo al buio. Iniziai immediatamente la terapia. Era la prima volta che il mio corpo riceveva questo genere di farmaci e non ne aveva piacere.  O meglio il dolore non ne aveva piacere. Era come se il dolore e i farmaci si scontrassero. Ciascuno voleva vincere la partita. La notte stavo malissimo.  Ma lo sapevo che poteva essere così. I dolori erano aumentati vertiginosamente e nausea e vomiti mi accompagnarono per tutta la notte.  E dopo pranzo dovevamo partire per Milano. Sicuramente non ero al top, ma avevo fiducia che la terapia favrebbe fatto il suo effetto. Così fu. Trascorsi a Milano quattro giorni sereni e cosa meravigliosa, senza nessun dolore. Nulla! Poi naturalmente dovetti aggiustare le dosi per arrivare a non avere un minimo di dolore. Questo è lo scopo della terapia del dolore. Annullare la sensazione dolorosa. Voglio spendere due parole sulla terapia antalgica.  Quando dico che ho metastasi varie e una situazione non proprio favorevole, tutti mi dicono : " Ma no, dai che stai bene!"...
Se invece dico che sto facendo la terapia del dolore, cambiano subito atteggiamento e mi guardano come se avessi pochi giorni di vita. Una concezione sbagliata della terapia antalgica. Basta pensare che tale terapia viene impiegata non solo in oncologia ma anche per la cura del dolore cronico e in tutta una serie di dolori. Ad esempio nella cefalea resistente alla terapia farmacologica. Nevralgia del trigemino, algie facciali atipiche. Spalla dolorosa, mal di schiena, lombalgia, lombosciatalgia e tanti altri.
La mia malattia non si ferma, anzi, ma almeno ho meno dolori, riesco ancora a condurre una vita quasi normale. Ed ecco che ora la Cyber knife si avvicina davvero!