La febbre va e viene

La febbre va e viene

  • di Redazione
  • 2 Luglio 2019
  • Rita, poesie e non solo

Continuano le avventure di Rita Meleddu, stavolta ci racconta del suo catetere renal

Scrivo con la febbre a 39, non sono quindi molto lucida e sono tutta un bagno di sudore, perciò se ci sarà qualche castroneria mi perdonerete. Venerdì scorso ho dovuto nuovamente sostituire il catetere renale esterno, è andato tutto bene, ma non capisco questa febbre alta. Ho anche dolori al rene, ma quelli credo derivino dalle manovre fatte per togliere il vecchio catetere e inserire quello nuovo. In ogni caso i dolori non sono così forti come la prima volta, solo non ricordo se allora avessi avuto febbre. A me pare di no, mi sembra di non essere ancora così scioccata da non ricordare un fattore così importante. Con Elio abbiamo deciso di recarci in ospedale, perché avere la febbre a più di 39 per 3 giorni di seguito, non mi sembra normale. Spero non ci sia in corso qualche infezione. Il catetere funziona benissimo e vorrei scoprire il motivo di questa febbre. La prima volta che lo misi dovetti recarmi in ospedale diverse volte. Fin da subito ebbi dolori molto forti al rene e alla zona lombare, sapevo però che poteva capitare, viceversa, c' era chi avendo messo il catetere, mi diceva che non aveva assolutamente avuto alcun fastidio. Ho una soglia del dolore  molto alta, così resistetti per più giorni. Mio marito diceva che non gli sembrava normale tutto quel dolore, e anch' io cominciavo a dubitare, finché una notte coricandomi mi accorsi che non riuscivo a sollevare le gambe per mettermi a letto, dovetti tirarle su con le mani, le sentivo pesanti come piombo. La mattina seguente passò tra un dolore e l' altro, mi ero ormai rassegnata a tornare in ospedale, quando mi accorsi che il catetere funzionava male e parte dell' urina fuoriusciva dal fianco, dal foro praticato per inserire il catetere. A questo punto ci recammo per forza di cose in ospedale, mi visitò una dottoressa che mi disse che era normale che un po' d'urina fuoriuscisse dal fianco e che anche i dolori erano normali, visto che erano passati pochi giorni dall'intervento. Tornai a casa un po' rassicurata ma anche con un po' di dubbi, i dolori erano sempre forti. Il giorno dopo in parte passarono, ma mi sembrava che il catetere non stesse funzionando per nulla, decidemmo immediatamente di ritornare in ospedale. Mi seccava rompere di nuovo le scatole così a qualcuno, ma del resto stavo male. Era di pomeriggio, trovai un medico che fece subito un'ecografia. Un minuscolo grumo di sangue ostruiva il catetere. Con un'infermiera cominciò a fare delle manovre per risolvere la situazione. Lui guidava, attraverso l'ecografia, l'infermiera che provvedeva a gettare con una siringa della soluzione fisiologica all’interno del catetere con l'intento di liberarlo da quel piccolissimo grumo di sangue. Niente da fare, non si riusciva e basta, provavano e riprovavano, non so quante ecografie mi fatto quel medico molto scrupoloso. Visto che proprio non riusciva a un certo punto mi ha detto che mi avrebbe riportato in sala operatoria per rimuovere il catetere e inserirne uno nuovo. Però volle fare degli altri tentativi, cominciò a massaggiarmi il fianco, premendo con le dita sul foro d' entrata del catetere. A un certo punto esclamò : "Ce l' abbiamo fatta!". Non potete immaginare la mia gioia. Mio marito che era presente vide il grumo di sangue e mi disse che era davvero minuscolo, ma tanto bastò per ostruire il catetere. Come per magia passarono i dolori e dopo questo episodio procedette tutto abbastanza bene. Dovetti poi sostituirlo nuovamente a febbraio, ma quella volta sfilarono solo il catetere e non mi punsero di nuovo il rene, perché è quello che fa male, e  tutto andò bene, anzi benissimo, il catetere funzionava che una meraviglia, meglio della prima volta. Io l'avrei lasciato in sede per sempre, perché, sì, è un piccolo intervento, ma almeno, nel mio caso, doloroso quando lo posizionano. Però ogni tot di mesi va sostituito. Ma torno un attimo a venerdì scorso, poteva forse mancare un episodio che ora mi suscita ilarità, ma che il giorno invece mi ha procurato imbarazzo? Quasi tutti gli interventi richiedono anestesia, il paziente viene condotto in sala operatoria, nudo, come mamma l' ha fatto, coperto solo da un camice. Già questa cosa è imbarazzante, ma purtroppo va fatta. Via anche gli occhiali, ecco, ora sono nuda e pure accecata, di bene in meglio. Mi preparo, il mio camice si chiude sul dietro perché per l'intervento devo stare a pancia in giù, tra l' altro su un lettino strettissimo, al punto che ho paura di cadere. Così, se non mi uccide il tumore, mi uccide il lettino! Eccomi, sono pronta, mi sdraio sul letto e vengo accompagnata alla sala operatoria. "La signora sa già tutto" dicono i ragazzi che mi accompagnano giù, ma la paura è la stessa, mi viene da pensare, non ci si abitua mai. Arriviamo e come sempre rimango un po' di tempo nella saletta che precede la sala operatoria.  

I ragazzi mi salutano e mi fanno gli auguri e io penso: "Ricordatevi di venirmi a riprendere !" Mio marito che è sceso con noi mi aspetta molto distante, oltre un certo limite non è consentito l' accesso. Nell'ultimo  ricordo che ho di lui, mi salutava, tenendo ben stretta la mia capiente borsa verde mare. Che scenetta comica! Ma procediamo nel racconto, lo so che mi dilungo molto, le cose bisogna raccontarle bene, altrimenti a cosa serve? A un certo punto arriva un'infermiera che mi infila l' ago della flebo, e si accorge che la manica del camice disturba, mi sfila dunque una manica, poi anche l' altra. Comincio ad allarmarmi, so già come andrà a finire. Ora mi trasferiscono sul lettino ed entro in sala, a questo punto inizia il bello, ogni volta è un dramma per me girarmi su quel lettino stretto, per mettermi a pancia in giù tenendo conto che la flebo attaccata non aiuta. Ma in quel momento il mio problema diventa un altro, dandomi una spinta, faccio un balzo, del resto mi dicono sempre che sono agile, e...accade quello che deve accadere, il camice senza nulla che lo tenesse legato a me, rimane nel lettino, e io mostro il mio di dietro a quanti sono in sala! Una vergogna immensa, lo so che il mio non è il primo sedere che vedono, ma ciò non toglie che mi sono vergognata come un ladro. E' stata però questione di attimi, fortunatamente un' anima buona ha provveduto a coprirmi con un telo e mi sono subito sentita più a mio agio, però dico, tutte a me devono capitare!!