Il telefono scomparso

Il telefono scomparso

  • di Redazione
  • 6 Agosto 2019
  • Rita, poesie e non solo

Ritorna l’atteso appuntamento del martedì con la rubrica curata dalla nostra amica Rita Meleddu, "Rita, poesie e non solo"

Anche questa settimana appena trascorsa è stata abbastanza pesante. Premetto che bene bene non sto mai, anche perché ormai vado a ore, capace che di mattina sto bene, e al pomeriggio invece sto male, o viceversa. Certo ci sono giorni più buoni e altri che lo sono meno, il caldo di questi giorni poi non aiuta di certo, anzi va a influire negativamente sulla mia qualità di vita. A causa di questo gran caldo mi alzo già stanca e priva di forze, lo so che  questo è riscontrabile anche in chi sta bene, ma in un corpo come il mio, ormai dilaniato dal male, è ancora più accentuato. Questa settimana ha visto protagonista la tachicardia.  Sono stata vittima di diversi attacchi, improvvisi e non legati all'aver fatto chissà che cosa. Ogni volta che è comparsa la tachicardia ero seduta o addirittura sdraiata a letto senza fare alcunché.  Soffro di attacchi sporadici di tachicardia da almeno se non di più, una ventina d'anni, dunque prima che mi ammalassi. Ma cosa li scatena? Pongo la domanda e vorrei tanto avere la risposta, che purtroppo ancora non c'è. Ogni 3 mesi all'incirca, in ospedale faccio tutti i  controlli relativi al cuore, nel corso dei quali l'ultima volta, si è evidenziata la tachicardia. Questo è avvenuto mentre facevo l'eco al cuore, la visita il giorno non era prevista, perché in genere gli esami precedenti erano andati sempre più o meno bene, e il giorno in cui ho fatto la visita, pochissimi giorni dopo, non ero tachicardica e dunque non sembrerebbe esserci danno al cuore, per cui bisogna indagare su altri fronti. L'ideale sarebbe come ha detto la cardiologa, monitorare il cuore costantemente, attraverso l' applicazione di un piccolo macchinario che si applica al torace e  registra la funzionalità del cuore per 24 ore. Nel mio caso, sempre per il fatto che la nota lesione toracica impedisce l'applicazione dello stesso, non si può fare. Dunque ora indagheremo sul funzionamento della tiroide, perché sappiamo che un sintomo del malfunzionamento della tiroide è proprio la tachicardia, vedremo...

So già che ho dei noduli, che la tac rileva ogni volta e che dice essere degni di accertamenti, e evidenziati anche da ecografie alla tiroide, fatta negli anni scorsi, l'ultima fatta esattamente 7 anni fa. Credo che se ora che devo rifare l'eco tiroidea, troverò lo stesso ecografista (credo che si dica così), minimo mi darà un calcio nel sedere vista la mia enorme trascuratezza. Ma mi sono stufata; devo star dietro a mille cose, per cui qualcosa devo per forza di cosa trascurare qualcosa.
Intanto qualche giorno fa di notte,  ho avuto un attacco molto violento di tachicardia, allora mi sono ricordata che ho in casa la macchinetta che misura la pressione arteriosa. Mio marito, provetto infermiere ormai, mi ha controllato la pressione, che era nella norma,  mentre i battiti cardiaci erano a 178, dunque molto alti.  Ho detto altre volte che sono una malata atipica, nel senso che faccio tutto quello che mi viene detto e prescritto da chi mi ha in cura, ma trascuro altre cose che posso controllare io stessa. Non misuro mai la pressione, né mi controllo la temperatura corporea, e quindi se non ho proprio sintomi eclatanti che fanno pensare a valori sballati, io mi credo e mi percepisco sana, nonostante il mio povero corpo sia sempre più offeso da medicazioni estese, cerotti, sacchetti appesi al fianco e ora anche da macchie antiestetiche sul braccio destro; ricordino del fuoco di Sant'Antonio. Veramente sono da buttare o da rifare, ma io delle volte non mi credo malata.  Mio marito invece è sempre preoccupato e quando esce per fare le comissioni quotidiane; necessarie in una famiglia, mi telefona 3 o 4 volte, per chiedere cosa deve comprare (cosa che io gli ho già detto al momento di uscire di casa), ma io credo che invece  sia una scusa per accertarsi che io stia bene.

Se per un qualsiasi motivo non rispondo al telefonino, apriti cielo, allora telefona al fisso di casa, e se per una serie di coincidenze non rispondo neppure a quello, sicuramente mi pensa morta. Gli dico: "è vero che può accadere, ma non capisco il motivo per cui se quando esci sono vispa e pimpante (si fa per dire) al tuo rientro mi dovresti trovare morta!" Ecco allora che quando mio marito esce, mi aggiro per casa sempre col telefonino in mano, è capitato anche che l'abbia poggiato da qualche parte, e poi non l'abbia più ritrovato, allora prendo il telefono fisso che è un cordless e vago per casa (3 piani) facendo squillare il mio telefonino e sono fortunata quando lo ritrovo subito. Una volta sono salita in mansarda dove ho un vecchio armadio stracarico di abiti, coperte, maglie e tutte le cose che si tengono conservate in attesa di essere tirate fuori e sostituite al cambio di stagione, poi tengo tutta la mia scorta di medicazioni che occupano molto spazio e che però tengo da una parte in perfetto ordine.  Un volta dicevo, salgo su per portare con me delle medicazioni che mi servivano quel giorno, e come mia consuetudine inizio una cosa e poi mi dedico a un'altra, non so perché ho aperto l'armadio e mi sono messa a sistemare il suo interno. Finito il lavoro, torno giù senza medicazioni naturalmente e senza telefonino, ma non mi accorgo subito. Solo dopo un po' di tempo nel quale ero stata in tutte le camere della casa e anche in cantina per fare non so cosa, mi accorgo di non avere con me il telefonino.  Panico! E se mio marito mi chiama adesso? Certamente se vede che non rispondo si farà tutto un film. Fortunatamente ho il fisso; quindi nel caso mi avesse chiamata mio marito mi avrebbe rintracciato con quello, ma intanto il telefonino andava ritrovato. Una parola, avevo fatto tutto il giro della casa; chissà dove l'avrò cacciato. Inizia la ricerca.  È meglio fare una ricerca organizzata e non girare a vanvera per tutta la casa. Inizio a far squillare il telefono e entro in tutte le stanze, nulla, squilla ma del telefonino nessuna traccia, allora scendo giù, squilla, squilla ma niente, guardo persino dentro il freezer, non si sa mai, magari l'ho messo al fresco, nulla, guardo dentro una credenza che tengo giù e dentro una serie di mobiletti, frugo dentro alcune  pentole chiuse col coperchio, niente,  scomparso!! A questo punto mi ricordo (perché mi ero già scordata) che sono salita su e sempre facendo squillare il telefonino, entro in mansarda.

Evito la soffitta perché stranamente ricordo di non esserci entrata; e da lì per quanto è estesa e piena di tutto, sono sicura che no ne sarei uscita viva, einizio la ricerca nella camera mansardata. Questo fetente penso deve essere per forza qui, e dove sennò, ho girato tutta la casa. Frugo tra le scatole dei farmaci, nulla,  in una scarpiera, non si sa mai, e niente, guardo anche dentro una scatola dove tengo tutti i miei fazzoletti adoperati quando mi sono caduti i capelli, niente manco lì, a questo punto l'ultima chance,  mi dirigo verso l'armadio, apro le prime ante, niente; guardo bene, sotto coperte e cuscini vari e nulla, frugo persino nelle tasche dei giubbotti e piumini appesi alle grucce, nulla, eppure squilla il maledetto.  Apro l'anta di mezzo dove tengo maglie e altro in due ripiani, e lenzuola che non uso più, ma ben sistemate nel primo ripiano. C'è silenzio e mi metto in ascolto, miracolo, sento uno squillo ma molto smorzato.  Dopo poche indagini intercetto la provenienza del suono, e finalmente scopro dov'era finito il mio telefonino. Nello scomparto di mezzo tengo anche le pochette, ne ho una che avrà  almeno vent' anni, ben sistemata nella sua custodia.  E chi c'era dentro la pochette? Lui, l' infame, bello tranquillo, sistemato per bene. Non capirò mai perché l'abbia messo lì, perché è chiaro che sono stata io, e chi sennò, ma l'importante a questo punto è che abbia trovato il telefono scomparso. Ecco al solito inizio un discorso e finisco con un altro.  Alla prossima!!!