(Vecchiaia)

(Vecchiaia)

  • di Redazione
  • 1 Settembre 2020
  • (Parole tra parentesi)

Continua l’appuntamento bisettimanale del martedì con la rubrica curata dalla cara amica Monica Badas

Vecchiaia, la fase più avanzata del ciclo biologico. Quando mi capita di vedere le coppie di anziani mano nella mano che passeggiano o che mangiano una pizza guardandosi negli occhi, il cuore si riempie di tenerezza. Mi sono sempre soffermata ad osservare il viso: la pelle è segnata da profonde rughe, gli occhi si perdono tra le palpebre leggermente cadenti e il collo sfida la forza di gravità. Trascorriamo tanto tempo a comprare le creme con i migliori ingredienti per contrastare il tempo che avanza ed evitare che si formino quelle profonde pieghe, ma a dire il vero io le trovo estremamente affascinanti perché in ognuna di esse leggo una storia. Le rughe ci parlano di ciò che è stato.

Ricordo il viso morbido e rugoso di mia nonna una donna forte e dolce, il viso e le espressioni di alcune persone conosciute all’hospice. Le persone "diversamente giovani", come mi piace definirle, sono una risorsa preziosa nella nostra vita, sono la nostra memoria storica, parlano della loro vita con nostalgia e lo sguardo rivolto verso il passato, raccontano aneddoti e dispensano saggezza. Quanti sacrifici, quanti amori nati e finiti, quanta gioia, quanto dolore e quante esperienze hanno da raccontare quelle rughe sul viso, quelle mani che tremano. Dietro ad un anziano c’è tutto un mondo che aspetta solo di essere scoperto. Allora condividiamo il tempo, memorizziamo le parole, i racconti, la sensazione nell’accarezzare una pelle "vissuta", lasciamoci ancora coccolare dalle mani tremolanti ma rassicuranti, accompagnamoli nella loro terza età. Invecchiare è un privilegio che la vita ci offre, se poi siamo circondati dagli affetti più cari allora siamo le persone più ricche del mondo.