When patience runs out

When patience runs out

  • di Redazione
  • 4 Settembre 2020
  • La collana di perle di Giulia

La nuova perla tutta da scoprire della nostra amica Giulia Muntoni che riflette sulle seconde occasioni

Tutta l’empatia e la benevolenza del mondo verso il prossimo non possono cancellare il fatto che esista una categoria di persone talmente egoriferite da non preoccuparsi neanche di salvare le apparenze.
Sono coloro che parlano sempre e solo di sé e trattano eventuali minime espressioni di interesse verso l’interlocutore come brevi noie necessarie, velocemente buttate lì a fare da intermezzo prima di passare all’analisi del prossimo pressante problema personale. Non hanno bisogno di analizzare i propri comportamenti perché la colpa, di sicuro, è sempre di qualcun altro.

Nella loro visione del mondo, noi non siamo che comparse sul maestoso palcoscenico della loro esistenza. Le loro non sono opinioni personali ma enunciati di verità assoluta, esposta quasi sempre con l’arroganza e la rabbia di chi pensa di poter pretendere attenzione e rispetto. Ecco una notizia flash per voi, cari egocentrici: nessuno può pretendere nulla. Si riceve quello che si dà, e questo principio ha una precisione matematica. Del resto, è stato già detto: "L'unico modo per avere un amico è essere un amico". Ma questo richiederebbe un minimo di profondità e di interesse.

Non è nella mia natura non concedere seconde possibilità ma credo che, d’ora in poi, farò volentieri un’eccezione per questa categoria
L’aggressività non dà diritto a ricevere attenzione così come la gentilezza non è debolezza. Perché gentile, non è sinonimo di "votato al martirio".
Perciò se c’è stato un tempo per abbracciare le situazioni con empatia e porgere l’altra guancia, è altrettanto giusto che ci sia un tempo per sollevare dei confini sani tra noi e chi non si cura di assomigliare ad un essere umano decente.
E non serve avere avuto un tumore per arrivare a questo "sano egoismo". Io credo sia sempre stata una questione di buon senso.