Con delicata e lucida sincerità Giulia Muntoni si racconta

"Non cercare la pace. Non cercare nessun'altro stato diverso da quello in cui ti trovi in questo momento. Altrimenti, darai l'avvio ad un conflitto interiore e ad una resistenza inconscia. Perdonati per non essere in pace. Il momento in cui accetterai completamente la tua non-pace sarà il momento in cui questa si trasformerà in pace."
Sottoporsi alle terapie oncologiche è un lavoro a tempo pieno.  Non soltanto per i mille appuntamenti con attese dilatate che scandiscono le settimane, ma soprattutto, per l’estenuante convivenza con la gamma di effetti collaterali che le accompagnano. Per quanto io cerchi di fare finta di nulla, la stanchezza, la nausea e altri problemi si insinuano nelle mie giornate e mi ostacolano, costringendomi a un ritmo che non sento mio. Dover rallentare è frustrante, a dir poco. Forse perchè io non mi considero "malata". Ne prendo atto ma non lascio che sia questo a definirmi. 
Eppure, sono immancabilmente costretta a lasciare la presa e fare del mio riposo la mia missione temporanea. Perchè so che, ogni volta, il cercare di ribellarmi alle circostanze non mi porterà grandi risultati. Non sempre attraverso queste nuvole con grazia. Spesso, come in questi giorni, penso più alla primavera imminente e a quello che rischio di perdermi nel mondo "là fuori". Ma ho deciso di concedermi il diritto di non giudicarmi, e che sarò grata di quello che ho un’altra volta. La vita è fatta di scelte, e io ho fatto e farò le mie. Benedetto sia il mio coraggio di continuare a scegliere la luce.