Running away

Running away

  • di Redazione
  • 28 Aprile 2023
  • La collana di perle di Giulia

Le riflessioni oltre il frastuono e il rumore compongono una meravigliosa sinfonia. Grazie Giulia! 


Ci sono volte in cui la mia quiete non significa pace. Credo risalga a quando, dopo ogni seduta di chemio rossa fatta per il primo tumore, il corpo era talmente debilitato da ritrovarsi in balia degli attacchi di panico.  
La permanenza forzata a casa non si giovava né della TV nè della radio. Dopo un po’ tutto diventava una bolla spaventosa.
Allora, aspettavo il minimo indispensabile, puntavo a riavere anche solo l’energia per stare in piedi e uscivo. Vagavo per una città non mia, una turista improbabile affamata di gente.

Ne è passato di tempo, da allora, e io ho imparato infiniti modi per "distrarre" la parte più importuna della testa. Eppure, anche ora che non c’è una chemio aggressiva a spaventare, mi ritrovo spesso con una mente affollata da pensieri assordanti, inutili e stancanti, che si nutrono della mia onnipresente fatigue. Me li immagino come un tunnel di chiacchiericcio costante, tanto rumoroso quanto confuso.
Abbiamo tutti i nostri meccanismi per scappare da ciò che non si vuole far zittire, ognuno a modo suo. Il mio è reagire col "fare". Uscire, andare in mezzo alla gente, curiosare, contrastare il chiasso interno con l’azione e i suoni del mondo.
La verità, però, è che non si può scappare all’infinito e che, se anche potessimo farlo, non servirebbe. Non se si voglia vivere dando un senso alle proprie esperienze.

Col tempo, ho imparato che c’è frastuono e frastuono, e che non tutto il "rumore" è nemico. Quel caos che sembra avvolgerci quando non tutto è sotto controllo, può anche racchiudere nuovi messaggi da parte del mondo che ci circonda, spunti di riflessione per i momenti di vera pace.
E così, dall’interno di uno di questi momenti di grazia pacata, mi godo una serie di pensieri più lucidi, che mi parlano di aspetti di me che meritano la mia attenzione, in una convivenza possibile tra umori diversi.
Questo pomeriggio assolato di una primavera ancora freschina mi culla con dolcezza e io me lo godo, osservando quanto scorrano piacevolmente i pensieri, quando sospendo il giudizio e mi accontento semplicemente di "essere"