Another country, another me

Another country, another me

  • di Redazione
  • 13 Gennaio 2023
  • La collana di perle di Giulia

L'amica Giulia Muntoni racconta il suo viaggio interiore durante le visite di controllo nelle sale di attesa dell'ospedale.

Le sale d’attesa degli ospedali sono un paese, non più straniero, in cui scivolo da un minuto all’altro, a volte per periodi di tempo infiniti. Sono zone di frontiera tra mondi altrimenti destinati soltanto a sfiorarsi, anticamere spesso decisive per chiamare a raccolta parti di spirito che erano state sonnecchianti fino a un attimo prima.
Mi trovano estremamente calma, presente, quasi benevola verso quegli altri miei improbabili compagni che nervosamente si aggiustano sulle sedie, scomode e distanziate.
Là dove un secondo prima c’era confusione, traffico, concitazione, si alza un sipario sui miei pensieri, quasi una selezione naturale. E’ un attimo estremamente intimo proprio perchè in un luogo così improbabile. Io, sempre così performante, di colpo non ho nulla da fare se non aspettare, come meglio posso.

Allora mi rendo conto, in maniera concreta, di quanto la mia vita sia diventata letteralmente una lotteria. Ogni tre mesi, tutto si ferma; la quotidianità si congela e un occhio di bue luminoso nella mente mi facilita il compito di concentrarmi sulla nuova prova. Quale sarà il colore del semaforo, resta un mistero fino al giorno dell’esito.
Voglio un bene particolare alla Giulia della sala d’attesa. Così apparentemente nonchalant eppure così tremendamente vulnerabile. Che sorride agli estranei ma sta alla larga dalle loro ansie con una precisione quasi chirurgica. Che ogni 90 giorni mette sul tavolo anima e cuore come si fa con chiavi e cellulare, per spogliarsi di qualsiasi velleità che non sia gioia di esserci. Che, per una manciata di ore, ha il permesso di non avere fretta, perchè tutto quello che conta non è nelle sue mani.

Una strana creatura, che non finisce mai di stupirmi. Non l’ho ancora del tutto inquadrata ma forse non serve. Tanto è sempre lei a trovare me. La prossima volta che la incontro, le voglio dire quanto io sia orgogliosa di lei. Fa finta di niente ma credo ne abbia un grande bisogno.