La mia CAR-rettina

La mia CAR-rettina

  • di Redazione
  • 17 Dicembre 2020
  • Il peso della determinazione

Torna la simpatia di Sonia Aresu con un racconto tutto dedicato alla sua automobile e le loro bizzarre avventure

Sono trascorsi circa otto anni dal nostro primo incontro, tra le tante, il mio sguardo si è fermato su di te: nera, lucida, fiammante, dalle forme "bombate", proprio come le mie. Sono convinta che, per essere scelta, mi abbia persino fatto l'occhiolino con le luci anabbaglianti! Io e te, abbiamo instaurato un rapporto a tu per tu, viaggiato tanto e visitato posti meravigliosi. Basta girare la chiave per metterti in moto (quando ne hai voglia), affinché svaniscano tutti i pensieri negativi. Nel periodo in cui sono stata male, nei mesi delle cure e soprattutto durante le visite, sei sempre stata presente, dal silenzio e come se esclamassi: "non pensarci...appena sarà finito tutto, ce ne andremo in giro".

Abbiamo macinato chilometri e chilometri, con la musica a palla, cantando canzoni a squarciagola e in certi tragitti sono state prese decisioni importanti. E tu muta, certo, come una macchina dev'essere, ma sembrava ascoltassi, più di certe persone. Oramai sei vecchietta e il tuo cuore-motore non ruggisce più, anzi, sembra affannarsi, stanco e malconcio ma nonostante tutto, dai ancora soddisfazioni. Ricordo quella volta in cui mi hai lasciato a piedi, senza mostrar più nessun segno di vita o quell'altra ancora, quando ti ho acceso a strappo, con il rischio di perderti per sempre. In questo momento, che possiedi più acciacchi che pregi e soprattutto ora che passi più tempo dal meccanico che in mia compagnia...prima o poi (spero più poi) dovremmo discutere del nostro addio. Naaaa...non ci voglio pensare...abbiamo ancora qualche chilometro da percorrere insieme.