Hotel arrivederci

Hotel arrivederci

  • di Redazione
  • 12 Settembre 2019
  • Il peso della determinazione

Ritorna l'imperdibile appuntamento bisettimanale del giovedì con la rubrica "Il peso della determinazione" curata da Sonia Aresu

Ho sempre avuto timore dell' hospice, nella mia fantasia immaginavo un luogo tetro e solitario. Ma era una paura infondata, dettata dai luoghi comuni e dal terrore di tutto ciò che riguarda la morte.  Ricordo la prima volta che feci il mio ingresso fu qualche anno fa, andai a trovare una cara amica che ora non c'è più. Le assegnarono una bellissima camera con vista mare illuminata dall'accecante sole estivo. Una stanza grande, piena di tutti comfort, in cui trascorremmo parecchie ore colme di chiacchiere e di chiassose risate. Si, ho scritto risate perché ridere anche nelle situazioni più tragiche alleggerisce anche un cuore pieno di dolore.

La seconda volta sono entrata all'hospice per il ricovero della mia cara nonnina che, giunta allo stremo delle forze, è stata accolta in una super suite. Da subito ha cambiato colorito ed espressione del viso, il volto sofferente della malattia ha lasciato spazio ad un accenno di rilassamento. Il personale ci ha prontamente accolto con amorevole conforto e delicatezza, cercando di spiegare che le cure palliative hanno come scopo principale il benessere fisico e psicologico del paziente e il supporto per i suoi cari. Nei corridoi si respira un clima sereno, persino la voce del personale è pacata proprio per cercare di ricreare un ambiente confortevole.

Una sera mi sono soffermata a parlare con un'infermiera che mi ha spiegato e mi ha fatto capire tante cose. La dedizione e l'amore che mettono nel loro lavoro non ha eguali. L'hospice non ha niente a che fare con un ospedale né con una struttura ma è  un luogo tranquillo dove i pazienti non vengono considerati un numero ma persone da proteggere dal dolore. È un'oasi di pace nel quale il paziente viene messo nelle condizioni di non sentire la sofferenza e si presta attenzione anche il benessere psicofisico della famiglia. È come un'hotel dell'arrivederci nel quale le anime di chi vive si uniscono all'anima sofferente di chi ha cercato a lungo la pace e riesce finalmente a raggiungerla.