Cocktail di chemio

Cocktail di chemio

  • di Redazione
  • 28 Settembre 2017
  • Il peso della determinazione

Il Peso della Determinazione

Continua l'appuntamento bisettimanale del giovedì con la rubrica "Il peso della determinazione" a cura della nostra cara amica Sonia Aresu

Quando venni a sapere che di lì a poco avrei dovuto sottopormi a dei cicli di chemioterapia, non fui terrorizzata come quando mi comunicarono la diagnosi di tumore. In cuor mio già sapevo che l'avrei dovuta fare ancor prima di sapere il risultato dell' esame istologico. Sarà perchè ho un sesto senso per queste cose ma soprattutto perchè amo portarmi sfiga in anticipo. L' oncologa mi spiegò nei minimi particolari in cosa consistesse una seduta di chemioterapia ed i suoi effetti tra cui: nausea, malessere generale, stanchezza, astenia, tristezza e dopo circa due settimane la perdita di capelli. Ricordo che iniziai ad uscire con il turbante in testa ancor prima di iniziare a perdere i capelli. Ero curiosa dell' effetto che avrei avuto sulla gente, infatti, mi guardavano incuriositi. C' è chi ti osserva con sguardo compassionevole, chi spaventato, chi abbassa la testa per non guardarti in faccia e raramente c' è chi ti sorride. Il giorno della  prima chemio ero agitata perchè non sapevo cosa mi aspettasse ma fui accolta come in famiglia con tanta dolcezza e premure. Nelle ore di infusione ( la chemio durava circa 7 ore), feci vari incontri tra cui, un signore che paragonò il tumore ad un polipo che si aggrappa con i suoi tentacoli e non ti lascia più, non nascondo che appena mi diede le spalle iniziai con gli scongiuri. Dopo poco incontrai una simpatica signora che indossava una parrucca troppo piccola per la sua testa. Infatti, mentre cercava di posizionarla nella parte anteriore, la parte posteriore rimaneva scoperta e viceversa. Credo sia nata proprio in quel momento la  scelta di non voler indossare una parrucca. Gli effetti della chemioterapia arrivarono dopo due giorni. Mi pervase una stanchezza pesante, dolori ossei e muscolari misti a tristezza totale. Fui talmente spaventata dai sintomi che pensai di non essere in grado di poter affrontare i cicli successivi. Ma mi sbagliai, perchè dopo poco, riuscii a riprendere la mia vita in mano. Passarono due settimane esatte, mentre giocavo con mio nipotino, gli rimase un ciuffo di capelli nella manina. Mi fece un effetto strano, come se mi avessero strappato gli abiti di dosso. La sera stessa, chiesi a mia madre di rasarmi i capelli, sembravo Demi Moore nel film Il soldato Jane, però con cinquanta chili in più. Il cancro si prese la chioma ma non la mia femminilità, non glielo avrei permesso. Indossai foulards di ogni colore, orecchini grandi e pendenti, rossetto, matita sugli occhi e sopracciglia. Mi sentivo bella ed affascinante, uscivo per stare in mezzo alla gente perchè volevo gridare al mondo il mio volere vivere a tutti i costi! A distanza di tre anni è ancora forte il ricordo di quest' esperienza che nel bene e nel male mi ha marchiata per sempre.