Perché ho paura

Perché ho paura

  • di Redazione
  • 2 Dicembre 2019
  • I Mille Colori di Fausta

Ritorna il delicato appuntamento del lunedì con l’emozionante rubrica curata dall'amica Fausta Giorgia Mascia

Il cancro è una malattia subdola e non solo: crea dipendenza. Tu perdi il potere sul tuo corpo ed esso è in balia di medici, analisi, operazioni, visite, TAC… Ti toglie anche molta dignità privandoti di ciglia, sopracciglia, capelli. Vedi queste teste "rapate" chine su seggioline scomode in attesa di visita, prelevi o chemio e provi impotenza e tenerezza. Te ne stai scomoda per ore in attesa del tuo numero per il prelievo e per la visita che ti dirà se tutto è in stand-by oppure occorrono altri accertamenti o un'altra operazione. Siamo tutti puliti per le visite, dignitosi ma stanchi. La "fatige" del cancro la vedi negli occhi segnati, nella consapevolezza di chi ti guarda. La sala d'aspetto del "day-hospital" è come un girone infernale: calda, piena, scomoda con attese lunghissime e con la paura nei volti di chi aspetta esiti e indagini.

Sei nelle mani di un numero che ti qualifica, dell'infermiere che ti estrae il sangue, dell'iter lungo, dell'oncologo che diventa "padrone" della tua salute, del tuo umore e del tuo corpo. Tu puoi anche essere dignitosa ma senza capelli, visitata, quasi "frugata" perdi molto della tua femminilità.

Il medico che ti cura è lo stesso che ti toglie i punti e ti fa male, lo stesso che ti fa spogliare e che ti palpa le carni dolenti; a nessuno interessa la timidezza dell'esporre il tuo corpo malato. È il loro mestiere, lo so, ma molti lo fanno automaticamente come fossimo numeri o robot e quando trovi il medico o l'infermiere empatico sei felice e ti senti capita.

Ho paura delle visite, dei responsi e sono arrabbiata perché il mio corpo segnato è un luogo che tutti manipolano, osservano, non sei più tu e il tuo corpo intimo. Sei un pezzo di carne esposto a mille sguardi. Questo mi fa paura e mi infastidisce: il mio corpo è meno mio e più dei medici e degli infermieri che lo usano per curarmi, pratici, e talune volte senza tenerezza, senza gesti gentili per la tua intimità violata…