L’incontro

L’incontro

  • di Redazione
  • 25 Marzo 2019
  • I Mille Colori di Fausta

Ritorna l'atteso appuntamento del lunedì con la rubrica curata dall’amica Fausta Giorgia Mascia

Mi sveglia il ronzio di una mosca che si è introdotta dalla porta finestra lasciata socchiusa. Guardo la sveglia: le sette. Vorrei dormire di più ma devo recarmi, entro le otto, a fare un "prelievo" in Ospedale. Sembra una giornata tranquilla, il vento si è placato e un bel sole vicino si specchia tra le nuvole. Meglio così! Dopo il prelievo andrò in pineta ad esercitare le gambe. Ora devo fare in fretta, fare una doccia e prepararmi … Ormai gli esami e i controlli fanno parte della mia quotidianità e si alternano con le cose belle della vita in modo quasi armonioso e naturale. Alle 11,00 esco dall'ospedale con Carlo, mio marito, ci dirigiamo verso la pineta. Il profumo del verde che mi circonda mi investe, è una giornata calda ma i pini gettano ombre consolanti alla calura. Cammino sul terriccio poggiata a mio marito e noto che è smosso in più parti: certamente i conigli selvatici e qualche cinghiale ha rimosso il terriccio per mangiare radici e tuberi. Più avanti ci sono panche e tavoli di legno per il picnic. Drizzo la schiena, mi stiracchiò, il sole picchia forte e la pineta in questo giorno lavorativo è deserta. L'odore del mare arriva tra i pini e l’aroma delle siepi di ginepro fa da cornice ad una grande tranquillità. Sono sudata e mi libero del giubbotto. Poi, aiutandomi con la stampella, cominciò a camminare per i miei 20 minuti al giorno di esercizio per le gambe. In verità avrei preferito non avere l’obbligo di camminare: ogni tanto capita che la pioggia picchietti forte sul lucernaio di plexiglass della mia soffitta, il rumore mi sveglia ma penso "bene! piove a dirotto niente esercizi per oggi" m'infilo per bene sotto il piumone e dormo saporitamente. Da tre giorni invece il tempo è caldo quindi niente poltrire! Mi alleno a camminare anche se è particolarmente faticoso arrancare con la stampella: sudo, sbuffo, ma so che devo farlo per non perdere quel po' di autonomia che le mie gambe hanno conservato dopo la malattia autoimmune. Carlo mi cammina a fianco pronto a sostenermi se sbando e/o inciampo. Due farfalline gialle mi svolazzano davanti con un calabrone che pare le insegua. Sotto un pino, che getta una folta ombra, distinguo una ragazza seduta su una carrozzina. Mi appare così: inaspettata; "dunque qualcun altro ha scelto questo viottolo discreto di pineta per celare le sue sofferenze" penso. La ragazza ha dei capelli bellissimi, color spiga di grano maturo, lunghi e lisci che cadono su un volto turbato alla mia vista. Noto due moncherini al posto degli arti inferiori che ha scoperto dal plaid per il gran caldo. Vorrei scomparire per non metterla in imbarazzo ma il viottolo è stretto e l'alternativa sarebbe una strada piena di radici divelte e buche lasciate dai cinghiali non percorribile nelle mie condizioni. Fingo indifferenza mentre arranco con il fiatone. " Forza signora ce l'ha metta tutta!". La voce ingolata di chi parla poco mi raggiunge alle spalle. Mi fermo e mi giro. Ci scrutiamo, io ho Carlo vicino, lei forse suo padre, perché il signore che le è seduto vicino, su una panca, è anziano. Sorrido anche se vorrei piangere. "Spero valga per entrambe, bellissima con i capelli color grano!" rispondo affannosamente "Sa" continua la ragazza "mi stanno preparando gli arti artificiali ed ho mille dubbi e paure ma vederla mi ha dato forza e allegria". "Ne sono felice e credo che camminerai benissimo arrivando a correre! Ciao bellissima buona vita!" le rispondo "anche a lei coraggiosa signora"mi dice con il sorriso. Riprendo a camminare e smetto di sbuffare e lamentarmi: se una ragazza giovanissima può dare coraggio a me nel suo stato, io devo mettercela tutta! Non ho voluto raccontargli di me, della mia lotta con il cancro, i suoi traumi e le sue altalene ho voluto ascoltare le sue speranze, consapevole che il taglio dei miei capelli dica tanto sulla mia storia. Ringrazio per questo incontro inaspettato perché in questo "specchio invertito" io ho trovato conforto e speranza: grazie piccola ragazza con i capelli color spiga di grano maturo che Dio benedica entrambe! Sono sfinita dopo 20 minuti, arranco su un terreno impervio ma mi porto nel cuore quei capelli spiga di grano e traggo un lungo respiro di pace per me stessa e spero per coloro che vorranno condividerlo con me. La vita dura insegna ogni giorno qualcosa servendosi di persone, di frasi, di linguaggi, del tempo, del profumo, del dolore …

Fausta G. Mascia