Un algoritmo sarà capace di leggere nelle ecografie le anomalie tumorali

Un algoritmo sarà capace di leggere nelle ecografie le anomalie tumorali

  • di Redazione
  • 26 Gennaio 2023
  • Italia ed estero

Class Ultrasound, il centro di ecografia ginecologica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, dopo nove anni di attività è pronto per l'innovazione, conquistando l’appellativo di Omic. I pazienti potranno disporre di ecografi di ultima generazione e progetti per l’elaborazione delle immagini attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, la cosiddetta analisi omica.

"L’appellativo Omic trae la sua origine dalla parola radiomica, una metodica che, attraverso l’uso di algoritmi di intelligenza artificiale, permette di analizzare le immagini molto più in profondità di quanto sia in grado di fare l’occhio umano", ha spiegato Francesca Ciccarone, dell’UOC di Ginecologia Oncologica del Policlinico Gemelli.

La radiomica consente di leggere tra i pixel che formano l’immagine ecografica anche ciò che non è immediatamente visibile all’occhio umano: "Un ecografista esperto riesce, sulla base di alcune caratteristiche, a capire con un certo grado di accuratezza, se una cisti ovarica è di natura benigna o maligna. Ma abbiamo capito che, al di là di quell’immagine in bianco e nero, che vediamo durante l’esame, c’è un numero infinito di informazioni, invisibili all’occhio umano, ma rilevabili dall’intelligenza artificiale, da un algoritmo che considera non solo le mille sfumature di grigio dei pixel (la cosiddetta intensità), ma anche il tipo di distribuzione, di geometria e le architetture formate da questi pixel. Caratterizzare meglio l’immagine permette di personalizzare il trattamento e migliorarne le performance", ha sottolineato la specialista Ciccarone.

Attraverso l’ecografia applicata alla ginecologia oncologica il centro Class Ultrasound, in questi anni, ha cercato sempre di più di utilizzare gli ultrasuoni per la diagnosi differenziale tra formazioni benigne e maligne in ambito ovarico, dell’endometrio, dell’utero. La radiomica applicata all’ecografia è un work in progress, che si muove per ora in ambito di ricerca, ma che si spera possa avere presto ricadute nella routine clinica. Gli specialisti dello stesso Policlinico hanno già condotto alcune ricerche cliniche, come quella sulle donne portatrici della mutazione BRCA1 e 2 (frequente nelle donne con tumore della mammella e dell’ovaio).

"Analizzando con la radiomica le immagini di ovaie di donne con questa mutazione e senza abbiamo visto che ci sono differenze significative. Si tratta di una ricerca pilota, che adesso andremo a validare in un contesto multicentrico internazionale. Un domani dall’ecografia ovarica di una donna con familiarità per tumore della mammella potremmo capire, attraverso un segnale informatico, se quella donna è portatrice della mutazione BRCA1 o 2", ha confermato Ciccarone.

Tra i tanti obiettivi perseguiti all’interno del Centro c’è anche quello di puntare al miglioramento del concetto di fusion, ovvero la fusione delle immagini ecografiche con quelle di Tac e Risonanza Magnetica. "Inserendo i risultati di RM e Tac direttamente nel nostro ecografo, attraverso l’utilizzo di un cd, riusciamo a far combaciare le immagini ecografiche riprodotte in tempo reale dalla sonda che stiamo manovrando con quelle ottenute dai precedenti esami diagnostici. In questo modo possiamo migliorare e affinare la precisione dell’ecografia", ha indicato Ciccarone.

Un’altra ricerca attualmente in corso è dedicata alle donne con pregresso tumore della mammella nelle quali è stata riscontrata anche una massa ovarica. "In queste pazienti non è importante solo la distinzione di natura (maligna-benigna) ma, nel caso di una malignità, anche poter capire se si tratta di una metastasi da tumore della mammella o meno. Stiamo lavorando infine sulle masse uterine sperando in futuro di poter distinguere con accuratezza un fibroma da un sarcoma", ha concluso l’esperta.