Ricerca scientifica in oncologia, occorrono maggiori finanziamenti pubblici

Ricerca scientifica in oncologia, occorrono maggiori finanziamenti pubblici

  • di Redazione
  • 2 Luglio 2025
  • Italia ed estero

L’Italia è il quarto paese europeo per numero di trial clinici condotti dall’inizio del 2022 ad oggi. E’ preceduta da Spagna, Francia e Germania. Eppure l’Italia investe ogni anno solo 2.860 miliardi nella ricerca biomedica rispetto ai 22 miliardi investiti complessivamente in ricerca e sviluppo generale (solo 1,3% del Pil).  Solo il 39% del totale di queste risorse arriva da finanziamenti pubblici mentre 1,3 miliardi proviene da aziende farmaceutiche, soprattutto per le sperimentazioni cliniche.

"Il nostro Paese rappresenta da anni un’eccellenza nel campo della ricerca medico-scientifica – afferma Francesco Cognetti, Presidente della ConFederazione Oncologi, Cardiologi ed Ematologi (Foce) -. Esistono tuttavia diversi problemi strutturali sui quali bisogna intervenire al più presto".

Mancanza di finanziamenti e di personale specializzato, questo fanno notare gli specialisti: ad siamo sprovvisti di un numero adeguato di data manager, infermieri di ricerca, bioinformatici, ricercatori. 
Inoltre risultano ancora troppo i tempi di approvazione per le sperimentazioni ed è necessario velocizzare sia le procedure autorizzative che le approvazioni da parte dei Comitati Etici. "utto ciò si riflette anche in un forte calo della sperimentazione indipendente, cioè quella slegata dall’azienda del farmaco.

Nell’oncologia solo il 20% degli studi su nuove molecole contro il cancro è no profit mentre il restante 80% è sponsorizzato. 

Come spiega Cognetti : "Abbiamo l’assoluta urgenza di rendere poi disponibili il prima possibile ai pazienti tutti i vantaggi e le novità apportati dalla ricerca clinica. A questo riguardo occorre osservare che i tempi complessivi dell’accesso dei pazienti ai nuovi farmaci sono attualmente troppo lunghi, anche superiori a 500 giorni dall’approvazione Ema anche per il passaggio dei prontuari terapeutici regionali. Prioritario deve essere anche accelerare al massimo tutti i passaggi soprattutto per i farmaci innovativi e orfani ed anche eliminare i terapeutici regionali e questo porterebbe ad un azzeramento dei tempi di accesso a livello locale che rappresentano un vero vulnus all’articolo 32 della Costituzione. Purtroppo non aiuterà certo Aifa la composizione del nuovo Comitato Etico Nazionale per le sperimentazioni cliniche relative alle terapie avanzate e ad alta innovatività (terapie geniche e cellulari, prodotti di ingegneria tissutale e medicinali di terapie avanzate combinate). Infatti per quel che riguarda gli indici bibliometrici ed il grado di attinenza e appropriatezza della specifica esperienza professionale e clinico-scientifica, i suoi attuali componenti mostrano valori nettamente inferiori rispetto al Comitato precedente".

"Quantomai nei momenti di crisi economica serve ottimizzare le risorse, evitare gli sprechi e fare in modo che la ricerca clinica risponda subito ai reali bisogni di conoscenza e di salute di milioni di pazienti – sottolinea Giuseppe Ippolito, Professore International Medical University in Rome -. In altre parole bisogna ridurre la quantità della ricerca duplicativa, o che produce risultati non utilizzabili. In un contesto di risorse limitate vanno poi evitate duplicazioni di finanziamenti agli stessi soggetti da parte delle istituzioni pubbliche. Serve anche una maggiore coordinazione dal momento che spesso organismi diversi, sia pubblici che privati, non sono a conoscenza dei rispettivi progetti, di reti e di accordi di programma."

"La ricerca deve mettere a disposizione dei pazienti tutti i vantaggi possibili in termini di sopravvivenza e qualità della vita – prosegue Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia -. Questo non sempre avviene in Italia, soprattutto non in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. I farmaci innovativi infatti non sempre sono subito disponibili in tutti e 21 i sistemi sanitari, anche a causa dei prontuari regionali. Ci troviamo, specie per i farmaci salvavita, di fronte a forti diseguaglianze di accesso, come da anni ribadiamo nel nostro "Manifesto TSM", dove al punto 3 chiediamo che vengano accelerati i processi di approvazione dei farmaci, affinché siano prescrivibili più rapidamente per garantire a tutte le pazienti le medesime opportunità".